Lo stupore dell’assurdo
Cento anni fa ci lasciava lo scrittore praghese Franz Kafka, autore di La metamorfosi, Il castello, Il processo. Ancora oggi i suoi scritti ci affascinano e ci interrogano sui misteri dell’esistenza.
C’è chi l’ha amato e chi l’ha detestato, ma tutti ci siamo imbattuti, prima o dopo, in qualche scritto di Franz Kafka. Col passare degli anni – il 3 giugno sono cento dalla morte – viene sempre più letto. Secondo il critico letterario Goffredo Fofi, «ci si accosta ai suoi testi per condividere il suo stesso stupore di fronte ai fondamentali e irrisolvibili misteri dell’esistenza, ma anche di fronte alla storia e alle società che l’uomo si è dato. Per cercarvi spiegazioni e non consolazioni. E soprattutto per specchiarsi nel suo stupore, anche se ha cercato di oggettivarlo in figure che sono essenze, che sono essenziali. Che sono comuni, ma guardate a distanza».
La biografia è scarna: nato nel 1883 da un’agiata famiglia ebrea di Praga, città da cui la sua produzione letteraria è inscindibile, studia legge e lavora alle Assicurazioni Generali, un impiego detestato da lui che vorrebbe dedicarsi solo alla scrittura. Si forma sui classici dell’Ottocento, compone di notte diari e romanzi, schizzi e disegni. Incompreso in famiglia, specie dal padre, nelle opere narra la complessità dei rapporti umani, che riflettono anche le esperienze complicate che intesse con le donne.
Senza mai conoscere il successo, in vita pubblica qualche racconto su riviste, tra cui La metamorfosi. I romanzi Il castello, Il processo, America, tutti incompiuti, sono stati completati e divulgati dal fedele amico ed esecutore testamentario Max Brod, dopo la morte dell’autore e contro la sua volontà. Allo stesso modo, anche Dora Diamant, l’ultima amante, ha conservato 20 libri di appunti. È grazie alla loro intuizione che il corpus letterario di Kafka è noto in tutto il mondo e che oggi è possibile leggere i suoi romanzi, racconti, epistolari (oltre 1.500 lettere), diari, aforismi.
Anticipatore del surrealismo e del realismo magico, tra i maggiori esponenti del modernismo, Franz Kafka in questi cento anni è stato sottoposto a ogni possibile interpretazione. Si è cercato di intravedere nei suoi libri, per la loro natura allegorica, molteplici significati: un’anticipazione del nazismo, della guerra imminente, del capitalismo, della iper-burocratizzazione della società di massa.
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di Marta Perrini