Le nuove berrette rosse
Papa Francesco creerà ventuno nuovi cardinali, di cui solo uno non entrerà in un eventuale Conclave per raggiunti limiti di età. A tutti il pontefice raccomanda di servire Cristo con «occhi alti, mani giunte, piedi nudi».
Ringraziandoti per la generosità, prego per te affinché il titolo di “servo” (diacono) offuschi sempre più quello di “eminenza”». È racchiusa in questa frase della lettera che papa Francesco ha scritto ai nuovi porporati il significato della missione affidata al Collegio cardinalizio. Bergoglio, nel concistoro che si terrà il 7 dicembre nella Basilica vaticana, imporrà la berretta rossa a ventuno ecclesiastici, di cui soltanto uno, il novantanovenne nunzio apostolico Angelo Acerbi, non entrerà in un eventuale Conclave, avendo superato il limite degli ottant’anni deciso da san Paolo VI e confermato da san Giovanni Paolo II. «Con la creazione a cardinale», ha scritto il Pontefice ai prescelti, «entrerai a far parte del clero di Roma. Benvenuto! Un’appartenenza che esprime l’unità della Chiesa e il legame di tutte le Chiese con questa di Roma. Ti incoraggio a far sì che il tuo cardinalato incarni quelle tre attitudini con cui un poeta argentino (Francisco Luis Bernárdez) descriveva san Giovanni della Croce, ma che si addicono anche a noi: “Occhi alti, mani giunte, piedi nudi”. Occhi alti, perché il tuo servizio richiederà di ampliare lo sguardo e dilatare il cuore, per poter guardare più lontano e amare più universalmente con maggiore intensità. […] Mani giunte, perché ciò di cui la Chiesa ha più bisogno – insieme all’annuncio – è la tua preghiera per pascere bene il gregge di Cristo. La preghiera, che è l’ambito del discernimento per aiutarmi a ricercare e trovare la volontà di Dio per il nostro popolo e seguirla. Piedi nudi, toccando la durezza della realtà di tanti angoli del mondo frastornati dal dolore e dalla sofferenza per la guerra, la discriminazione, la persecuzione, la fame e molte forme di povertà che esigeranno da te tanta compassione e misericordia».
Rendendo pubblici i nomi dei cardinali, all’Angelus del 6 ottobre, Francesco aveva anche evidenziato che «la loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della Terra. L’inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo». Oltre ad Acerbi, gli italiani sono Roberto Repole, arcivescovo di Torino; Baldassare Reina, contestualmente nominato vicario generale del Papa per la diocesi di Roma; padre Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Porpora anche per Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica papale di Santa Maria Maggiore; Timothy Peter Joseph Radcliffe, teologo domenicano; George Jacob Koovakad, officiale della Segreteria di Stato e responsabile dei viaggi papali.
Il seguito sulla rivista.
di Francesco Antonio Grana