Difesa o accusa: i giudizi vanno meditati

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«Le colpe dei padri ricadano sui figli»: frase controversa, da qualsiasi punto la si consideri. Tendenzialmente l’odierna civiltà parteggia – giustamente – per il «non ricadano». E siamo d’accordo. Perché la responsabilità dei propri atti è sempre personale. Ma ancora di più lo è all’inverso: le colpe dei figli non ricadano sui padri. Non sorprendono più i casi, sempre più frequenti, di padri che – scioccati dalle scelleratezze (da Codice penale) dei propri figli (quasi sempre maschi) – si affannano a difenderli in modo a volte spropositato ed esagerato, fino ad arrivare ad assalire, anche fisicamente, gli accusatori. Ancora di più, se i padri sono personaggi pubblici, eccoli usare gli attuali mezzi di comunicazione (i social) per lanciare video visibili al mondo intero in cui si dichiara, con assoluta certezza, che il proprio figlio non può essere stato protagonista dell’efferato episodio di cui viene accusato. Spesso fatto di violenza in gruppo e ripreso dalle telecamere degli smartphone tra le risate di coetanei sodali. Capita che il padre attacchi chi dubita della sua correttezza. E via con le accuse, le supposizioni, le polemiche dirette o meno. Quasi mai una vera, sincera parola di sostegno e difesa nei confronti della vittima.

Il seguito sulla rivista.

di Vittorio Sammarco

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