Navigare con la bussola

«In forma» ha la stessa radice di «informare»: nel mare delle informazioni dalle quali siamo immersi, riscopriamo questa estate il piacere di leggere giornali approfonditi e scritti bene.  

Una cucitrice portatile, carica di punti. Nella borsa da spiaggia era imprescindibile almeno quanto e forse più dell’asciugamano, del costume di ricambio e persino delle palette e dei secchielli dei nipoti – per quanto i nipoti dissentissero sul punto – , perché mio nonno sopra ogni altra cosa sulla spiaggia amava leggere il quotidiano, quello rosa in particolare alla ricerca dell’amata Juventus, ma non solo. 
I quotidiani dell’epoca, però, non si erano ancora convertiti al formato tabloid: avevano fogli giganti e al primo refolo volavano via come vele, spaginandosi per tutta la spiaggia. Il nonno, tipo molto preciso, non amava rincorrere le pagine, perciò, previdente, lo cuciva per benino ogni mattina – molto presto – prima di accomodarsi sulla sdraio. 
Forse era l’unico a cucirlo, ma non era certo il solo a leggere il giornale sotto l’ombrellone. Oggi, invece, se ne vedono pochi. In compenso il signore nella fila dietro passa le ore al telefonino a parlare a voce alta di pallone. 
È cambiato il mondo, ma quello che in questi due anni abbiamo vissuto, e ancora viviamo e che ha lasciato tracce forse sul girovita, di certo sull’umore, ci sta ricordando, traumaticamente, che quando le cose si mettono male (e tra covid, guerra, inflazione, crisi energetica, siccità se ne stanno mettendo male parecchie) abbiamo bisogno come il pane di sapere, di capire ciò che ci succede intorno. 

Il seguito sulla rivista.

di Elisa Chiari

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