Razzismo, 150 anni di lotte

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Sono passati quasi due secoli da quando Abraham Lincoln liberò parte degli schiavi in America. Oggi, nonostante le leggi contro la discriminazione, si continua a combattere per una reale uguaglianza.

George Floyd è morto soffocato il 25 maggio. Era disarmato e inerme, ma questo non è bastato a sottrarlo alla violenza della polizia. Era di pelle nera e un poliziotto bianco lo ha ammanettato e steso con la pancia a terra. Poi gli ha premuto il ginocchio sul collo. È accaduto a Minneapolis, Stati Uniti, innescando le proteste che per settimane hanno infiammato l’America contro le violenze dello Stato e delle forze dell’ordine. Il 23 febbraio era capitato a un ragazzo di colore, Ahmaud Arbery, di finire ammazzato a colpi di fucile. Stava facendo jogging ma, avendo la pelle nera, è stato sospettato di essere un ladro. Tre uomini bianchi lo hanno fermato: tra loro anche padre (ex poliziotto) e figlio, rispettivamente di 64 e 34 anni. Ahmaud si è divincolato da un fermo assurdo compiuto da due privati, il terzo gli ha sparato alle spalle. Potremmo continuare, e riempire l’intero numero di Madre di questo mese. Non è una esagerazione. Secondo il Washington Post nell’ultimo anno sono morte 1.014 persone negli Stati Uniti per mano della polizia, in almeno la metà dei casi in circostanze anomale. Rispetto ai bianchi, gli uomini afroamericani sono 2,5 volte più a rischio di finire braccati, le donne 1,4 volte. In base alle statistiche, in pratica, un uomo o un ragazzo di colore ogni mille verrà ucciso da un agente di polizia negli Usa nel corso della propria vita.

Il seguito sulla rivista

Thomas Bendinelli

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