È tornato il salotto di “zia” Mara
Aveva promesso che non l’avrebbe più fatto. Invece, ci è ricascata. Tra Mara Venier, la bionda “zia” della tv, e Domenica In si può parlare di attrazione fatale. Così forte è il legame identitario tra il più longevo show di Rai 1 (a inaugurarlo fu Corrado il 3 ottobre del 1976, più vetusta è solo La domenica sportiva) e colei che ne ha ereditato trent’anni fa il testimone. In quasi mezzo secolo, tantissimi i volti che si sono succeduti davanti alle telecamere dello storico studio 2 di via Teulada e poi degli studi Dear, sempre a Roma, sulla Nomentana (oggi intitolati a Fabrizio Frizzi). L’impronta più significativa l’ha lasciata, però, Pippo Baudo, che dall’iniziale talk-show con varietà trasformò la trasmissione in rotocalco con parti dedicate all’attualità, allo spettacolo, all’informazione. In totale 13 le sue conduzioni. Un record? No. Pur in una televisione totalmente diversa, con ascolti frammentati tra decine di reti e piattaforme on demand, la Venier è arrivata (con quella inaugurata a metà settembre) alla sua sedicesima stagione, la settima consecutiva come assoluta padrona di casa. Incontra protagonisti della cronaca, personaggi dello show business, cantanti, ospiti come se fossero nel suo salotto. Un’intimità condivisa che gli spettatori apprezzano.
«È vero che ogni anno dico che è la mia ultima Domenica In, ma non fingo. Sono decisa a seguire l’insegnamento di Renzo Arbore, mio ex compagno e amore: bisogna lasciare quando le cose vanno bene», sorride Mara, che festeggerà 74 anni proprio in tv, il 20 ottobre. «La Rai, però, mi ha chiesto di fare un altro anno e Domenica In è il mio tallone d’Achille. Non potrei fare nessun altro programma, è il format adatto a me: Domenica In sono io, il mio modo di essere, i miei amici… Non mi è restato che andare da mio marito Nicola e dirglielo. Se non gli si sono rizzati i capelli è solo perché è pelato. Sono una donna difficile con cui stare: da una parte inquieta e insicura, dall’altra libera e ribelle».
A giudicarla in video, a suo agio ogni domenica pomeriggio, nulla lascerebbe supporre crepe nella sua indole serena. «Invece, non mi piace niente di me. Non sopporto di rivedermi, non mi piaccio mai», confessa spalancando quei grandi occhi cangianti tra il verde e l’azzurro, che magnetizzano l’obiettivo della telecamera e l’empatia di chi è a casa. «Non so dare valutazioni su di me. Il più delle volte, sinceramente, mi detesto: ho sempre paura di sbagliare, di non essere all’altezza. Ma quando mi trovo nello studio di Domenica In mi sento a casa, come quando cucino per gli amici».
Il seguito sulla rivista.
di Maurizio Turrioni