Plinio il Vecchio geniale e moderno

Compie duemila anni lo scrittore, il filosofo, lo scienziato che, con il suo sapere, ha posto le basi degli attuali studi naturalistici e non solo.

Decine di mostre in Europa.Convegni di scienziati, storici, naturalisti nelle più importanti università del mondo. E, soprattutto, grandi festeggiamenti, dal 25 ottobre, a Villa Olmo, a Como, sua città natale. Non poteva essere altrimenti per il bimillenario della nascita, nel 23 d.C., di Gaio Plinio Secondo, conosciuto come Plinio il Vecchio. Filosofo, scrittore, poeta, astronomo, botanico, comandante militare, scienziato, è stato fin da bambino affascinato da tutti i fenomeni e le espressioni della Natura. Un personaggio unico nella storia della cultura, poco studiato a scuola, ma idolatrato negli anni del Rinascimento e in quelli successivi da scienziati geniali. Tra i tanti che lo hanno apprezzato, anche Carlo Linneo, grande naturalista svedese del Settecento.
Plinio, vissuto a Roma ai tempi di Nerone, Vespasiano e Tito, morì anche a causa della sua irrefrenabile curiosità per i fenomeni naturali. Durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che sommerse Ercolano e Pompei, il filosofo era capo di Stato Maggiore della Marina e comandava la flotta imperiale ormeggiata a Capo Miseno. Mobilitò le sue imbarcazioni per recuperare le persone in fuga, ammassate sulle spiagge da Ercolano a Stabia. Rimase sul posto, dove l’aria venne presto avvelenata dai gas letali della colata lavica. Fu questo il primo salvataggio di civili effettuato con mezzi militari. Plinio aveva allora 56 anni e, dopo lunghe ore di lavoro, si adagiò sul fianco e chiese dell’acqua. Morì tre giorni dopo, soffocato da «polveri di zolfo, cenere, acidi», come scrive Plinio il Giovane in due lettere in cui racconta la morte dello zio.

Il seguito sulla rivista.

di Tina Lepri

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