I re dell’autunno tra storie e leggende

«In una notte nasce un fungo». Quante volte si sente ripetere questo detto per indicare che qualcosa può accadere all’improvviso, quando meno lo si aspetta. Parole che hanno un fondamento vero, visto che i miceli dei funghi porcini, cioè gli apparati vegetativi necessari per la loro nascita, possono svilupparsi molto rapidamente, al ritmo di uno-sei millimetri o, nel caso di un substrato particolarmente nutritivo, anche a quello di otto-dodici millimetri all’ora.
Settembre è il mese ideale per osservare il fenomeno. Dopo la pausa di agosto, infatti, nei giorni che conducono all’autunno i funghi escono allo scoperto in abbondanza. La raccolta si fa ricca soprattutto di porcini, steccherini, russole, gallinacci e, negli ultimi giorni del mese, andandoper pinete, anche di sanguinelli. Un piacere mangiarli, dopo averli stanati durante piacevoli passeggiate.
Ma anche quando i funghi non sono commestibili, è bello osservarli nei loro colori e nelle forme più varie. Da quelli con i “cappelli” larghi a quelli con la “testa” a bulbo, da quelli che si confondono con le foglie e il terreno a quelli che, invece, si mostrano, spavaldi e fluorescenti, anche di notte.
Storie e leggende si moltiplicano attorno a questi “abitanti” dei boschi che – è bene ricordarlo – vanno sempre rispettati. Racconta, nel II secolo d.C., lo scrittore greco Pausania che «l’eroe Perseo, dopo un lungo ed estenuante viaggio, stanco e assetato, si poté ristorare con l’acqua rac-
colta nel cappello di un fungo.

Il seguito sulla rivista.

di Antonio Dell’Anna

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