Roma e la dolce vita

Divinità, imperatori, busti di marmo di eroi e matrone. Duecento opere archeologiche, provenienti dai depositi del Museo nazionale romano, e i capolavori del grande cinema insieme per un evento kolossal in sette sale, come i colli e i re della capitale. L’arte vista con gli occhi dell’antico e del contemporaneo: l’eterno ritorno della nostra storia antica, dall’archeologia a Cinecittà, è il tema di un’esposizione in gran parte costituita da straordinari reperti mai visti prima. Un patrimonio che esce dal buio per la mostra Vita dulcis. Paura e desiderio nell’Impero romano, a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, fino al 27 agosto, curata da Stéphane Verger e Francesco Vezzoli, nato a Brescia nel 1971, uno degli artisti italiani più affermati a livello mondiale. Notevoli le opere esposte: eccezionali l’Achille di Vezzoli del 2021 con gli occhi colorati e struggenti, l’Ermafrodito dormiente del II secolo a.C., l’altare con 75 ex voto in terracotta a forma di utero, un corridoio con 47 lapidi funerarie incise, che narrano storie di amore e devozione, veri libri emozionanti di vite sconosciute.

Il seguito sulla rivista.

di Tina Lepri

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