Donne protagoniste
Papa Francesco, sulle orme di Karol Wojtyla, ha ribadito più volte l’attenzione non banale e non rituale per il “genio femminile”.
Donne in ruoli di governo nella curia romana. Donne speaker alle udienze generali. Donne che per la prima volta possono ricevere i ministeri del lettorato e dell’accolitato e ovviamente anche quello neo-istituito di catechista. Le prime lettrici e catechiste hanno ricevuto i rispettivi ministeri proprio dalle mani di papa Francesco durante la messa della terza Domenica della parola, celebrazione da lui istituita. Segni di un’attenzione non banale e per nulla rituale per il “genio femminile”, copyright di san Giovanni Paolo II, nella Chiesa cattolica. Bergoglio lo ha ribadito più volte con parole altamente significative, mai disgiunte, appunto, da gesti importanti e fortemente eloquenti. «Le madri, le donne», ha spiegato il Papa, «guardano il mondo non per sfruttarlo, ma perché abbia vita: guardando con il cuore, riescono a tenere insieme i sogni e la concretezza, evitando le derive del pragmatismo asettico e dell’astrattezza. E la Chiesa è madre, è madre così, la Chiesa è donna, è donna così. Per questo non possiamo trovare il posto della donna nella Chiesa senza rispecchiarla in questo cuore di donna-madre. Questo è il posto della donna nella Chiesa, il gran posto, dal quale derivano altri più concreti, più secondari. Ma la Chiesa è madre, la Chiesa è donna. E mentre le madri donano la vita e le donne custodiscono il mondo, diamoci da fare tutti per promuovere le madri e proteggere le donne. Quanta violenza c’è nei confronti delle donne! Basta! Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità, non da un angelo, non direttamente: da una donna».
Il seguito sulla rivista.
di Francesco Antonio Grana