Picasso nessuno come lui
Genio indiscusso, ha rivoluzionato il concetto di rappresentazione, scomponendo forme e volumi e segnando così l’inizio dell’arte contemporanea.
Molti grandi artisti hanno avuto una vita povera e difficile, umiliati perché la loro arte non veniva compresa e riconosciuta. Ma c’è una clamorosa eccezione: Pablo Picasso. Nato a Malaga nell’ottobre del 1881, a soli otto anni registrò il suo primo successo: disegnò un picador che vinse il premio annuale della scuola per la «sbalorditiva abilità tecnica nel disegno ». A pochi mesi di vita, secondo la madre, di origini genovesi, le sue prime parole furono «piz-piz», abbreviazione di làpiz, che in spagnolo significa matita.
La sua formazione artistica deve molto al padre Don José, insegnante di disegno, che seppe valorizzare il talento del primogenito. A 14 anni Pablo aveva già deciso il suo destino: «L’arte è e sarà la religione laica per tutti i giorni della mia vita».
Fu, dunque, un bambino prodigio, ma non solo. La sua fu una vita lunga, costellata di ininterrotti successi. Fu protagonista e simbolo stesso delle grandi novità artistiche del Novecento. Morì a 92 anni, nel 1973, lasciando quattro figli, tutti riconosciuti e amati, avuti da due mogli e dalle molte amanti con le quali aveva sempre vissuto anni di passione e poi di abbandono.
Picasso si dedicò soprattutto al lavoro, immerso in una creatività senza sosta, producendo migliaia di opere: pitture, sculture di vari materiali, ceramiche, persino vetrate. Della sua seconda e ultima moglie, Jacqueline Roque, con la quale visse gli ultimi 18 anni della sua vita, fece 400 ritratti. A quasi mezzo secolo dalla morte, non è ancora completo il catalogo delle opere, necessario ai tribunali di mezza Europa per dividerle tra gli eredi e le donne amate, con le quali ha condiviso una vita straordinaria.
Grande il valore di questi capolavori, ambiti dai collezionisti. Per esempio, nel 2013 un suo piccolo dipinto, Il sogno, realizzato in una sola giornata nel 1932, è stato venduto all’asta negli Stati Uniti per 155 milioni di dollari, fino ad allora il prezzo più alto mai pagato da un solo collezionista per un’opera d’arte.
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di Tina Lepri