La Chiesa in cammino
Due anni ci separano dal prossimo Sinodo dei vescovi, che si terrà nel 2023. Un tempo da dedicare alla preparazione e alla preghiera, come suggerisce papa Francesco. Tra i temi chiave, fraternità, partecipazione, missione.
«La capacità di immaginare un futuro diverso per la Chiesa e per le sue istituzioni all’altezza della missione ricevuta dipende in larga parte dalla scelta di avviare processi di ascolto, dialogo e discernimento comunitario, a cui tutti e ciascuno possano partecipare e contribuire». È quanto si legge nel documento preparatorio del Sinodo sul tema Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione. Nel testo, si sottolinea che «la scelta di camminare insieme è un segno profetico per una famiglia umana che ha bisogno di un progetto condiviso, in grado di perseguire il bene di tutti. Una Chiesa capace di comunione e di fraternità, di partecipazione e di sussidiarietà, nella fedeltà a ciò che annuncia, potrà mettersi a fianco dei poveri e degli ultimi e prestare loro la propria voce».
Papa Francesco ha voluto un processo sinodale che durerà due anni e si concluderà nell’ottobre del 2023 con il Sinodo dei vescovi che si terrà in Vaticano. Si partirà dai Sinodi diocesani, a Roma e in tutte le chiese particolari. I contributi che arriveranno dalle diocesi di tutto il mondo serviranno come base di lavoro per l’assemblea conclusiva. Il documento preparatorio sottolinea «il desiderio di protagonismo all’interno della Chiesa da parte dei giovani, e la richiesta di una maggiore valorizzazione delle donne e di spazi di partecipazione alla missione della Chiesa, già segnalati dalle assemblee sinodali del 2018 e del 2019. In questa linea vanno anche la recente istituzione del ministero laicale del catechista e l’apertura alle donne dell’accesso a quelli del lettorato e dell’accolitato».
Il testo contiene anche un nuovo mea culpa per la pedofilia del clero: «Non possiamo nasconderci che la Chiesa stessa deve affrontare la mancanza di fede e la corruzione anche al suo interno. In particolare non possiamo dimenticare la sofferenza vissuta da minori e persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza, commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate.
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di Francesco Antonio Grana