A scuola di pace e di vita

Teenage school friends smiling to camera, close up

Si torna sui banchi, con tanti interrogativi per l’anno che verrà. In questa incertezza, l’organizzazione internazionale Scholas occurentes promuove, attraverso vari progetti, una cultura dell’ascolto, dell’incontro, dell’accoglienza. Affinché i giovani possano avere solide fondamenta sulle quali costruire i loro sogni e il loro futuro.

Suona la campanella in tutta Italia, con calendari differenziati regione per regione. La gioia per il ritorno a scuola è, tuttavia, accompagnata da grandi incertezze. La pandemia ancora in corso con le varianti del virus che corrono rapidamente, il tracciamento dei contagi che rimane difficoltoso, la volontà di garantire le lezioni in presenza con l’incognita di un possibile riavvio della didattica a distanza… Tanti, insomma, i “nodi” ancora da sciogliere in questo inizio di anno scolastico. Ed è proprio in un panorama nazionale così problematico e con tante questioni aperte che si colloca, come una finestra di speranza, l’esperienza virtuosa di Scholas occurrentes (www.scholasoccurrentes. org), un’organizzazione nata in Argentina nel 2001 per volontà dell’allora vescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, e poi diffusasi nel mondo fino a essere presente in 190 Paesi, Italia compresa. 

COME È NATO IL MOVIMENTO 
Scholas è una risposta creativa e nuova alle sfide del nostro tempo e alle domande di senso dei giovani, che vivono una continua chiamata del mondo ad “avere” competenze, titoli, esperienze, per “essere” qualcuno, diventare eccellenze, avere successo nella vita. «Questa equazione», si legge nella brochure di presentazione, «oltre a posticipare e condizionare l’essere, lo sottopone a uno stampo, a una categoria. Scholas rompe con questa logica, educando all’ascolto dell’Essere, dell’unicità e della bellezza che ognuno ha». In modo tale che «“fare” diventa creazione, un’espressione di sé stessi». Ma facciamo un passo indietro, per rintracciare l’origine del movimento. «Nei primi anni del nuovo millennio l’Argentina stava vivendo una gravissima crisi politica, economica e sociale», racconta Alessandra Graziosi, responsabile di Scholas occurrentes nel nostro Paese. «Il sogno del vescovo Bergoglio era quello di poter cambiare il mondo attraverso l’educazione, un’educazione che generi senso. Ripartì, quindi, dal cuore dei giovani e da una domanda: “Qué te pa?”, cioè “cosa ti è successo?”. Chiamò a raccolta 70 giovani di varie scuole e confessioni religiose e chiese loro di lavorare a un progetto concreto sull’educazione. I giovani gli consegnarono il testo di una legge, poi approvata, che oggi è ancora vigente e porta il nome di Buenos Aires, città educativa. Nel giro di poco tempo, il gruppo iniziale si ampliò, diventando un movimento di settemila giovani. A oggi l’iniziativa ne coinvolge circa un milione, raggiungendo quasi 500 mila scuole in tutto il mondo, sia pubbliche che private, di tutte le religioni ».

Il resto sulla rivista

di Luisa Pozzar

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