Violinista e mamma: «Così sfido i cliché»

La solista Francesca Dego, che si esibisce in tutto il mondo e che ha appena pubblicato un nuovo album, è in attesa della prima figlia: «Non ho rinunciato ai miei impegni, sono stata solo più selettiva nell’organizzare i prossimi concerti».

È una vita immersa nella musica quella di Francesca Dego, 35 anni, violinista lecchese. Una carriera cominciata da piccolissima. Ha ricevuto il primo violino all’età di quattro anni e da allora non se n’è mai separata. A oggi l’artista si è esibita nelle sale da concerto di tutto il mondo, vivendo tra l’Italia e Londra, dove abita con il marito Daniele Rustioni, direttore d’orchestra.
Insieme alla Bbc Symphony Orchestra, guidata dalla direttrice d’orchestra Dalia Stasevska, Dego ha inciso per Chandos il suo ultimo disco dedicato ai concerti per violino in re maggiore di Ferruccio Busoni (nel centenario della scomparsa) e di Johannes Brahms. E poi la felice notizia: Francesca e Daniele saranno presto mamma e papà.
Com’è nato il suo amore per la musica?
«Grazie ai miei genitori, soprattutto a mio padre che ha studiato il violino per tanti anni e che mi ha trasmesso questa passione. Lui e mia mamma si sono accorti subito che avevo l’orecchio assoluto e a quattro anni mi hanno regalato il mio primo violino. Da lì non ho più smesso».
Ha mai avuto dubbi sulla strada da seguire?
«No, anche perché non ho alcun ricordo di me senza il mio strumento. Anche a livello fisico, come se fosse una parte del mio corpo. Sapevo che sarebbe stato per sempre parte della mia vita, ma solo quando ho cominciato ad assistere ai primi concerti ho capito che sarebbe diventato la mia professione».
Ricorda ancora il concerto del suo debutto?
«Ricordo che già dopo pochi mesi che suonavo ho fatto un piccolo concerto per i miei compagni dell’asilo. Poi a cinque anni mi sono trasferita in California, perché mia mamma è americana, e lì abbiamo trovato un maestro russo che mi ha preso sotto la sua ala. Così a sette anni ho eseguito il mio primo concerto da solista con un’orchestra di studenti. E di questo ho ancora il video, che riguardo sempre con tenerezza».
Lei violinista, suo marito direttore d’orchestra. Come vi siete conosciuti?
«Ci siamo conosciuti 19 anni fa al Conservatorio di Milano. Lui era diplomato in pianoforte ed era già noto per avere un’ottima lettura della musica. C’era un concorso per suonare come solista con l’Orchestra del Conservatorio. Andai da lui con molta sicurezza e gli chiesi di accompagnarmi all’audizione. Fu quindi la musica, per la precisione un Concerto per violino e orchestra di Brahms, a farci conoscere».
Possiamo dire che sia la colonna sonora del vostro amore.
«Esatto, ed è anche uno dei brani preferiti di entrambi, oltre a essere un portafortuna. L’incontro con vari direttori d’orchestra, tra i quali anche Dalia Stasevska, con cui ho inciso il mio ultimo disco, è avvenuto grazie a questo concerto».

Il seguito sulla rivista.

di Daniele Valentino

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