Donne prima che madri

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Alle mamme viene richiesto di dimenticare sé stesse per dedicarsi all’accudimento della prole. E spesso di rinunciare anche al lavoro. Retaggi di un passato che deve essere abbandonato.

Con quanti aggettivi si possono descrivere le madri? Tantissimi. Abbiamo la madre buona, affettuosa, bella, severa, cattiva, brava, dolce, amorevole, generosa, coraggiosa, tenera, giovane, snaturata, fredda, dura, naturale, surrogata, premurosa, felice, indulgente, indifferente, oppressiva, biologica, attenta, accorta, simpatica, antica, crudele, disponibile, gentile, vecchia, spirituale, anziana, sola, adottiva, ansiosa, combattiva, comprensiva, curiosa, dedita, determinata, diffidente, dinamica, discreta, divertente, educativa, egoista, feroce, fiduciosa, gioiosa, giovanile, giusta, glaciale, imparziale, impaziente, impegnata, impulsiva, inadeguata, indipendente, infame, ingiusta, innamorata, instancabile, invadente, isterica, malvagia, mancata, materna, naturale, nubile, onesta, paziente, pessima, positiva, protettiva, romantica, saggia, santa, separata, socievole, solare, solitaria, sorridente, spiritosa, stimata, stressante, superficiale, tenace, tollerante, triste, umile, vicina, vivace.
Un elenco. E una festa che celebra tutte le madri, comunque siano o ovunque siano.
Madri non si nasce. Si nasce donne e si può diventare madri o anche non diventarlo. Scegliere di non diventare madre, però, è un po’ più complicato in un contesto socio-culturale in cui ancora si pensa che la maternità sia un destino a cui le donne non possono sottrarsi. Non esserlo per cause oggettive o non volerlo essere per ragioni soggettive genera una sorta di colpa anche sociale. È egoismo non scegliere la maternità.
Ciò che poi alle donne, una volta diventate madri, non viene perdonato è anteporre l’essere donna all’essere madre. Dimenticare sé stesse: le madri questo fanno e devono fare.
Viene propagandato come istinto materno. Di fatto è l’arma con cui, socialmente e culturalmente, si alimenta quel senso di colpa e di responsabilità in base al quale se sei madre devi istintivamente rinunciare a essere donna.

Il seguito sulla rivista.

di Elvira Zaccagnino

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