Il movimento slow per cibi e tessuti

Il movimento Slow food (www.slowfood.it) promuove il cibo lento (slow, appunto) in contrasto con quello veloce (fast), che spesso svilisce la qualità dell’offerta. L’associazione si è, infatti, affermata «promuovendo il diritto al piacere alimentare, attraverso la ricerca […] di ciò che è buono, pulito e giusto». Per garantirlo ci vogliono calma, pazienza, tempo. Varie le declinazioni del settore. C’è, per esempio, Slow mais, che promuove i mais locali a impollinazione libera. E Slow olive, che privilegia la qualità e l’origine degli oli, difendendo un’olivicoltura attenta alla tutela dell’ambiente e del paesaggio. E ancora, Slow meat, che invita a ridurre il consumo di carne, a beneficio della nostra salute, del clima e del pianeta; Slow cheese, che incentiva il consumo di formaggi naturali, cioè prodotti solo con latte, caglio, sale; Slow wine, che mette al centro non solo la bontà dei vini, ma anche i vigneti, i suoli, l’agronomia, i metodi di coltivazione.

Il seguito sulla rivista.

di Savio

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