La nuova Milady

La donna, affascinante e ambigua, ha sofferto per amore. A vestire i suoi panni è una straordinaria Eva Green, nel film I tre moschettieri, ora nelle sale.

I meravigliosi occhi cangianti, di un azzurro pastello tendente al verde muschio. L’espressione altera, enigmatica. Bellissima e letale. Eva Green è straordinaria nei panni di Milady, uno dei personaggi femminili più intriganti della letteratura francese, partorito dalla fervida fantasia di Alexandre Dumas. Nemica giurata del trio di spadaccini Athos, Portos e Aramis nonché del loro eroico sodale, D’Artagnan, è lei la protagonista assoluta di I tre moschettieri: Milady, sequel – a pochi mesi di distanza – dell’episodio D’Artagnan, firmato dal regista Martin Bourboulon. Un successo clamoroso, oltralpe, destinato a ripetersi da noi non solo per la spettacolarità delle scene e la nomea dei protagonisti (nel ruolo del fumantino Athos c’è la star Vincent Cassel, mentre il bravo Romain Duris è Aramis e Louis Garrel veste i panni del re Luigi XIII), ma anche per la profondità psicologica data ai personaggi dalla sceneggiatura firmata da Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière (coppia già autrice del fortunato copione di L’immortale con Jean Reno). Azione e suspense la fanno da padrone sullo schermo, senza la noia del déjà vu.
«Il ruolo di Milady rappresenta per un’attrice qualcosa di mitico. E perciò è in grado di intimidire», confessa Eva Green, 43 anni, niente affatto timorosa, invece, di confrontarsi con chi l’aveva preceduta: attrici del calibro di Geraldine Chaplin, Faye Dunaway e Raquel Welch. «È stato solo dopo aver letto il copione che ho accettato, perché ho capito che si trattava di una versione del tutto nuova del personaggio. Qualcosa di mai visto sullo schermo, con una maggiore umanità rispetto alle precedenti versioni».
Chiuso il primo episodio col recupero da parte dei moschettieri dei diamanti della regina, così da evitarle l’onta del disonore, il nuovo capitolo si apre con D’Artagnan che entra nella congrega degli spadaccini fedeli al re, ma si deve immediatamente dannare per cercare di liberare l’amata Constance. E, per farlo, si vede costretto a scendere a patti con Milady de Winter, spiona al servizio del cardinale Richelieu, nemico giurato della corona. Una Milady affascinante, ambigua, pericolosissima, di cui è impossibile fidarsi. Ma è davvero lei il male assoluto? Oppure… La chiave del film è tutta in questo dubbio esistenziale. Duelli, inseguimenti, lotte, travestimenti, seduzioni: tutto assumerà un diverso significato man mano che lo spettatore scoprirà come e perché Milady è diventata ciò che è.

Il seguito sulla rivista.

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