Oltre ogni limite

Frida, Angela, Monica. Donne che hanno superato la loro disabilità mettendosi in gioco con coraggio. Perché siamo tutti diversi, ma nessuno è diverso.

La paura é uno strumento potente, talvolta utilizzato per restringere le libertà e limitare i diritti. E se 75 anni dopo l’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, la dignità e la libertà sono ancora precarie e attaccabili, si dovrebbe iniziare a riassestare le relazioni con l’altro, agendo in nome del rispetto reciproco e dell’accoglienza delle differenze. Occorre creare un luogo in cui la difesa dei diritti di ciascuno sia sempre una responsabilità condivisa. Siamo tutti diversi, ma nessuno è diverso. E categorizzare sulla base di fragilità o disabilità significa discriminare, sottolineando diversità che in alcune menti segnano confini umani.
Disabilità in rosa
Nell’articolo 6 della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la legge 18 del 3 marzo 2009, si legge: «Gli Stati Parti riconoscono che le donne e le minori con disabilità sono soggette a discriminazioni multiple e, a questo riguardo, adottano misure per garantire il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali».
L’8 marzo è la Giornata internazionale della donna. Un’occasione per ricordare le importanti conquiste sociali e politiche, ma anche un momento in cui fare, ancora di più, luce su ingiustizie e violenze, oltre che sugli svantaggi e sulle minori opportunità che essere donna spesso comporta, per il persistere di una cultura patriarcale e maschilista.
Le donne con disabilità in Italia subiscono quotidianamente una doppia discriminazione: in quanto donne e in quanto persone disabili. Le due variabili si intrecciano, si sommano, ma le conseguenze negative vengono sottovalutate o rimangono addirittura invisibili. Avviene in tutti gli ambiti, dalla scuola agli uffici, dalle fabbriche agli ospedali.
Il talento di Frida Kahlo
Eppure ci sono molte donne con disabilità che non si sono arrese di fronte alle barriere e alle limitazioni del corpo, ma che le hanno usate come strumento per valorizzare le proprie capacità, il proprio talento, la propria personalità. È accaduto all’artista Frida Kahlo, reduce da un grave incidente avvenuto mentre era a bordo di un autobus. L’evento le provocherà danni irreversibili e molte sofferenze, che riuscirà a sublimare nell’arte, dando vita a opere immortali, come La colonna spezzata, in cui il suo corpo squarciato è tenuto insieme da un busto di metallo, e Autoritratto con collana di spine e colibrì.

Il seguito sulla rivista.

di Lia Pasqualina Stani

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