Elogio dello stil novo
All’arte del Duecento umbro è dedicata la mostra di Perugia, che ricorda soprattutto il Maestro di San Francesco, un artista che dipinse il poverello di Assisi.
L’arte del Duecento avrà la sua grande mostra. Sarà aperta a Perugia, alla Galleria nazionale dell’Umbria, dal 9 marzo al 9 giugno 2024, e dedicata a uno dei protagonisti di quel secolo, un pittore del quale non conosciamo il nome, come del resto accade per molti altri artisti del tempo. Da più di cent’anni viene indicato come il Maestro di San Francesco. A chiamarlo così per la prima volta fu, nel 1885, lo storico dell’arte tedesco Henry Thode, ispirato dall’immagine del santo dipinta dall’artista su un’asse di legno: una base speciale perché fu forse il giaciglio sul quale nel 1226 esalò l’ultimo respiro il poverello di Assisi. Oggi del Maestro si conoscono molte altre opere, a lui attribuite attraverso studi, documenti, analisi, indizi. L’esposizione, dal titolo Il Maestro di San Francesco e lo stil novo del Duecento umbro, viene allestita in coincidenza con un importante anniversario: 800 anni fa, nel 1224, un angelo in croce apparve a Francesco, non ancora santo ma già conosciuto ovunque per la sua attività in favore degli umili e per la sua vita in povertà, mentre era in preghiera sul monte della Verna. Sulle mani e sui piedi del frate si aprirono le ferite sanguinanti delle stimmate, simili a quelle di Cristo. Già nel 1246, nella Vita Secunda di Tommaso da Celano, venne descritto questo evento miracoloso che Francesco cercava di nascondere. Il celebre scrittore e monaco del Novecento Thomas Merton scrisse: «L’aver Francesco ricevuto le Stimmate fu un segno divino: che fra tutti i santi egli era il più somigliante a Cristo». Francesco era del resto molto noto per i suoi rapporti con papa Innocenzo III, che lo dichiarò santo nel 1228, due anni dopo la morte. Assai popolare era anche l’impegno del poverello per la pace: nel 1219, durante la quinta crociata contro i musulmani, ebbe in Egitto un lungo, pacifico incontro con il sultano al-Kamil, nipote di Saladino.
Nella mostra saranno esposti circa 60 dipinti duecenteschi compresi alcuni capolavori arrivati dal Louvre di Parigi, dalla National Gallery di Londra, dalla National Gallery of Art di Washington, dal Metropolitan Museum di New York.
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di Tina Lepri