Pilato e la folla: la nostra Pasqua

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C’è un mondo che si sgretola, ci sono focolai di odio in molte parti del pianeta. C’è un rancore che serpeggia anche in molti di noi. Ci stiamo allenando a vedere il male negli altri, a crearci nemici veri o presunti contro i quali scagliarci. E, mentre facciamo memoria della deportazione degli ebrei (e degli zingari e degli omosessuali e degli oppositori politici) passati per i campi di concentramento e per i camini di Auschwitz, non muoviamo un dito sentendo uno dei candidati alla Casa Bianca dichiarare che, se sarà eletto, metterà in pratica la più grande deportazione di immigrati che ci sia mai stata nella storia. Deportazione, ripetiamolo questo termine. Ci fa orrore se pensiamo al passato, ma non ci genera sussulti di disgusto applicato oggi. In Germania, dove il partito di estrema destra ha promesso analogo provvedimento, la folla è scesa in piazza: «Non vogliamo», hanno detto i manifestanti, «che i nostri figli facciano a noi la stessa domanda che noi abbiamo fatto ai nostri padri: “Dove eravate quando Hitler prendeva il potere? Dove eravate quando milioni di persone venivano uccise?”».

Il seguito sulla rivista.

di Annachiara Valle

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