Tutto il mondo è paese
Viaggiare, in posti vicini o lontani, significa ampliare le proprie conoscenze e incontrare altre persone. Di seguito alcuni luoghi dell’anima in Italia e in Europa, per comprendere che ciò che conta davvero è uguale a ogni latitudine.
Marmore, una cascata di emozioni
La cascata delle Marmore, con i suoi 165 metri di dislivello, è la più alta d’Italia. Si trova in Umbria, vicino a Terni, e si forma alla confluenza del fiume Velino nel fiume Nera. Una massa d’acqua, in parte utilizzata per la produzione di energia elettrica, che scende dividendosi in tre salti, dei quali il primo supera gli 80 metri. Oggi il flusso viene regolato attraverso delle chiuse: a orari stabiliti, la portata viene aumentata, per offrire uno spettacolo unico ai visitatori.
Un gioiello che fa parte di un meraviglioso parco naturale, con sei itinerari di varia difficoltà da percorrere: Antico passaggio, Anello della ninfa, L’incontro delle acque, La maestosità, La rupe e l’uomo, I lecci sapienti. Una rete di sentieri segnati e ben attrezzati, tra boschi, prati, muschi, che permettono di osservare sia la bellezza del paesaggio, sia le testimonianze storiche dell’archeologia industriale. I sentieri dall’1 al 4 sono i più spettacolari, come spiega Carlo Finocchietti, ricercatore e camminatore appassionato e curioso, nel suo blog www.camminarenellastoria.wordpress.com.
Il colle di Tenna, la collina tra i due laghi
Il percorso del colle di Tenna è molto panoramico, ricco di natura e cultura. Consente anche di ammirare i due laghi Bandiera blu, il lago di Levico e il lago di Caldonazzo. Un facile tragitto ad anello, accessibile anche ai bambini.
Come scrive il camminatore Carlo Finocchietti, il punto di partenza, a 466 metri, è la località Brenta. Procedendo in senso orario, a sinistra si scorge il lago di Caldonazzo, con le sue spiagge e gli impianti per gli sport acquatici. Si raggiunge, quindi, il punto più elevato dell’itinerario, il forte asburgico, a 608 metri di quota: uno dei cardini della linea difensiva austro-ungarica a controllo della Valsugana e a difesa di Trento, contro una possibile avanzata delle truppe italiane provenienti dal Veneto.
Il caro, vecchio rifugio Sebastiani
Diversamente dalle Alpi, gli Appennini non hanno dimestichezza con l’ospitalità facile. Poche le funivie e le seggiovie: quelle che ci sono si contano sulle dita di una mano. Pochissimi i rifugi in alta quota, quasi tutti bivacchi notturni molto spartani, adatti per chi fa trekking o pratica alpinismo. Uno di questi è il rifugio Vincenzo Sebastiani, appollaiato sul monte Velino, nel cuore del Parco Sirente-Velino, nel Comune di Rocca di Mezzo, a poco più di duemila metri di altitudine. Recentemente restaurato, offre ospitalità, anche per dormire, oltre a organizzare in estate appuntamenti culturali e musicali.
Il seguito sulla rivista.
di Gianni Di Santo