Gli oggetti, il fato e la memoria

L’alluvione in Emilia Romagna, che ha inghiottito nel fango vite umane, animali, raccolti, piantagioni, oggetti, ci dice molte cose. Non solo che bisogna ritrovare un equilibrio con la natura, ma che occorre anche ascoltare noi stessi. In una armonia che è data dalle stagioni e dalle relazioni, dagli insegnamenti degli antichi mescolati con le tecniche di oggi. All’improvviso tanti, troppi, si sono ritrovati a fare i conti con il nulla che era loro rimasto. Con case e cose custodite nel tempo e cancellate in un attimo dalla furia degli elementi. Abbiamo visto lacrime e sgomento. Persone anziane cercare di recuperare qualcosa dei padri e dei nonni, persone giovani rimpiangere quello che era stato comprato con amore e sacrificio. Persone che, però, non sono rimaste ferme, ad avvitarsi su sé stesse. Perché questo è il senso della vita: andare avanti sapendo che i ricordi più belli nessuno potrà cancellarli. Anche se non ci saranno gli oggetti da accarezzare e “cullare”, le foto da guardare, i pranzi in famiglia con le stoviglie tramandate da generazioni.

Il seguito sulla rivista.

di Annachiara Vale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *