Meraviglie ritrovate
Affreschi, mosaici, coppe, sculture. A Pompei è iniziato il recupero degli arredi, tornati a decorare la villa dell’imperatrice Poppea a Oplontis e la Casa dei Vettii, facoltosi mercanti.
Colori, affreschi, preziose sculture esaltano bellezza, ricchezza, sensualità nelle ville intorno a Pompei, lungo la costa del golfo di Napoli − Oplontis, Castellammare di Stabia, Ercolano, Boscoreale − e nelle altre che continuano a riaffiorare da scavi e restauri in tutte le zone del Parco archeologico di Pompei. Offrono a milioni di visitatori le meraviglie di un esaltante passato che viene riscoperto e risorge, giorno dopo giorno, venti secoli dopo l’eruzione del vulcano che ha distrutto e sepolto tante meraviglie. Uno stuolo di archeologi, tecnici, architetti e studenti d’arte provenienti da tutto il mondo continua a lavorare a Pompei e dintorni per recuperare i tesori d’arte delle domus, le case in città, ma soprattutto delle splendide ville d’otium, dove i ricchi e i potenti della Roma antica si concedevano pause di riposo e vacanza, davanti al mare. Scavi e scoperte sono ancora continui. Negli ultimi anni i botanici sono riusciti a coltivare piante, frutta e verdura nati da semi sommersi nel terreno bruciato dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ma ancora capaci di germogliare. Tantissime le sorprese degli ultimi mesi. Mentre continua il restauro delle centinaia di stupendi affreschi che ricoprono le pareti di tante ville principesche, è iniziato il recupero di ciò che le arredava. Estratti dai ricchi depositi di Pompei, sculture, mosaici e il patrimonio dei diecimila ambienti del Parco archeologico sono tornati a decorare anche la villa più spettacolare e grandiosa del tempo, quella di Oplontis, appartenuta all’imperatrice Poppea. Dopo una recente campagna di restauro di tutte le strutture, ora quindici opere d’arte, statue romane del III-II secolo a.C., grandi coppe in marmo, decorazioni, tavole e colonne sono state riportate nei vasti ambienti colorati e finora vuoti. La villa è tornata a vivere. È stata scoperta tra gli anni Sessanta e Ottanta e oggi gli archeologi sono certi che sia appartenuta proprio a Poppea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone, famosa per la sua bellezza. Non tutto l’edificio è stato portato alla luce, quasi la metà è ancora sepolta sotto una strada e le case moderne del paese di Oplontis, ma gli scavi sono in programma per il prossimo futuro. L’importanza, il potere, la ricchezza dell’imperatrice sono evidenti nelle dimensioni della villa, dei porticati, dei sontuosi giardini e soprattutto nella qualità delle decorazioni: gli ambienti interni sono stati dipinti dai migliori artisti del tempo e gli esperti li considerano tra le pitture più belle e meglio conservate di tutta l’arte romana.
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di Tina Lepri