Pasqua: la “novità” che porta liberazione

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In questa festività Cristo ci rende liberi, salvandoci da ogni schiavitù. Ricordiamo allora chi, come la Rosa Bianca e la Resistenza milanese, lottò per la libertà a costo della vita.

La Pasqua è per noi Risurrezione, ma è anche un passaggio verso la libertà, una liberazione. Quando parliamo di liberazione pensiamo subito al superamento di costrizioni politiche e sociali, a una liberazione territoriale o di una classe oppressa. Pensiamo, in Italia, al 25 aprile, definito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella «una giornata che per gli italiani rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell’umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione repubblicana del 1948».
In realtà, per gli ebrei la Pasqua è stata davvero una liberazione da vincoli politici e sociali. Il popolo ebraico fu liberato dalla schiavitù attraverso il braccio di Dio. Durante gli anni della sua vita terrena, Gesù celebrò questa Pasqua come i suoi connazionali. Ha celebrato la liberazione del popolo di Dio fino al giorno in cui egli stesso è stato il nuovo Agnello pasquale, morto per noi e per il mondo, fino al giorno in cui Egli stesso è passato dalla morte alla vita, da questo mondo al Padre. È una nuova liberazione, una nuova Pasqua, un nuovo passaggio dalla schiavitù alla libertà, una liberazione acquisita per sempre e che si rinnova nel giorno di Pasqua e ogni domenica. Questo è il mistero centrale del cristianesimo: il mistero di Cristo che libera il mondo, che “ricapitola” tutto in sé per farlo passare nella vita del Padre. «Se Cristo non è risorto, la nostra fede è vana», ci dice san Paolo. Sì, se Cristo non è risorto, la nostra fede è vuota, senza scopo. La nostra vita rimarrebbe oppressa e nella schiavitù. E i nostri sforzi e sacrifici sarebbero inutili, i sacramenti della Chiesa non avrebbero significato. Cristo, invece, ci libera da ogni schiavitù. Siamo tutti salvati in Cristo ed è attraverso di lui che dobbiamo passare per essere liberi. Nel battesimo siamo effettivamente passati dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce. Attraverso questo segno di purificazione, la morte e la risurrezione di Cristo ci hanno toccato personalmente, ci hanno liberato. Rivestiti della vita di Cristo passiamo a una nuova vita, la vita stessa di Dio. Abbiamo in noi la grazia, il dono per eccellenza di Dio, il suo amore che ci aiuta nel nostro cammino, nell’attesa della realizzazione piena dei nostri desideri. Il teologo protestante Oscar Cullmann diceva che «siamo parte di un grande esercito che segue un generale in capo. Il capo è passato sotto l’arco di trionfo ed è già vittorioso; noi dobbiamo seguirlo. Cristo è passato; noi stiamo marciando dietro di lui e questa liberazione che ha conquistato per noi, senza dubbio, è una grande vittoria».

Il seguito sulla rivista.

di Roberto Ponti

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