Maneskin, mai stati Zitti e buoni
Trasgressivi, provocatori, irriverenti, urlano la loro ribellione e inneggiano alla libertà di esprimersi senza tabù. Ecco cosa si nasconde dietro questo fenomeno mondiale, che ha conquistato i giovani e non solo.
Damiano, Victoria, Thomas, Ethan. Bastano i nomi e gli stadi si riempiono. I Maneskin in cinque anni sono diventati un fenomeno mondiale. Un fenomeno musicale, ma soprattutto di costume. Nelle scuole di musica c’è un boom di iscrizioni ai corsi di basso (sulla scia di Victoria), è nato un fan club di mamme over 30 (le Mammeskin), lo stile di Damiano (unghie colorate e abbigliamento rock) fa tendenza tra i ragazzi. I quattro musicisti di Roma mettono d’accordo Generazione Z, Millennials, Generazione X e anche qualche baby boomer.
«C’è una favola in corso. Un successo così vasto e così repentino provoca nei ragazzi ammirazione, ma soprattutto immedesimazione. Sono giovani, come o poco più dei loro ascoltatori e in un battito d’ali (cinque anni) hanno avuto un successo globale, inimmaginabile e invidiabile per i teenager. La favola piace e si alimenta», spiega Enzo Gentile, giornalista, scrittore, critico musicale, docente al master in Comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
I Maneskin hanno iniziato a suonare in un garage nel quartiere di Monteverde, a Roma. Poi le esibizioni per le strade della capitale, in particolare a via del Corso, e alle feste dei licei della capitale. Nel 2017 il talent X Factor li ha lanciati. Forti di un secondo posto, ma del primato quanto a notorietà e passaparola, si sono fatti notare dal grande pubblico televisivo. E da quel momento è stato un successo continuo. Il Festival di Sanremo 2021, Eurovision 2021, gruppo d’apertura del concerto dei Rolling Stones a Las Vegas, ospiti dello storico talk show Saturday Nigh Live, cantanti italiani più ascoltati all’estero nella classifica Spotify 2022, i Grammy Awards 2023 e tour mondiali. I commenti sotto i loro video contengono termini idolatrici: «Sono sexy, sono icone, sono dei».
«Sono musicisti, ma soprattutto sono influencer, con follower e veri seguaci. I giovani hanno da sempre bisogno di idoli, da adorare e in cui immedesimarsi», continua Gentile.
Fin dall’inizio, dai tempi di X Factor, si sono presentati come provocatori, urlando la ribellione e inneggiando alla libertà di esprimersi senza tabù e cliché. «Hanno azzeccato l’immagine perfetta per piacere ai giovani e hanno cavalcato questo filone, facendolo diventare una divisa. Sono personaggi nati in televisione, che restano televisivi. Hanno una discreta abilità musicale, sono bravi e a loro agio sul palco, ma non è l’originalità delle canzoni ciò che li rende idoli. È l’allestimento televisivo da trasgressivi che conquista e li fa ammirare. In più sono ventenni carini, ma non fotomodelli, il che rende facile riconoscersi in quelle star sul palcoscenico», prosegue l’esperto. E poi il gruppo è ben assortito, così chiunque può trovare sé stesso riflesso e sognare. Ci sono il belloccio carismatico (Damiano) e la versione femminile (Victoria), il ribelle (Thomas) e l’introspettivo (Ethan).
Altro ingrediente del successo è l’essere riconoscibili, perché hanno un“marchio di fabbrica” che li rende irriverenti. «L’esagerazione piace sempre ai giovani. E loro sono sempre e comunque esagerati, sul palco, nelle foto, nei post. Gesti e frasi forti e a effetto, corna, trucco pesante», va avanti Gentile.
Il seguito sulla rivista.
di Cristina Colli