«Bisogna saper sorridere»

Nella vita ci sono il dolore e il pianto, ma anche gli scherzi e le risate. Simpatica e travolgente, l’attrice francese Laure Calamy torna sul grande schermo con Un vizio di famiglia.

Potrebbe cavarsela con le solite risposte, corrette e professionali, come fanno le attrici sulla cresta dell’onda. Lei invece si dà, generosa e travolgente, proprio come fa sul set e sul palcoscenico. Laure Calamy, 47 anni, da Orléans (città gallica sulle rive della Loira) non è la classica bellona finita sullo schermo. Mento a punta, nasino all’insù, occhi e capelli scuri che fanno risaltare il sorriso timido e irresistibile: il suo fascino è quello da donna intelligente della porta accanto. Capace, però, se vuole, di una seduzione ricca di simpatia. Che sono poi le qualità di Noémie, segretaria inarrestabile e gaffeuse della serie Netflix Chiami il mio agente! (titolo originale Dix pour cent), ruolo che le ha regalato finalmente la popolarità dopo quindici anni spesi tra piccole parti al cinema e ruoli da protagonista in teatro.
Da quel momento, tanti registi si sono accorti di lei proponendole personaggi interessanti. Come Antoinette in Io, lui, lei e l’asino (una sorta di don Chisciotte del cuore che, per difendere il difficile amore, affronta un pellegrinaggio spacciato per vacanza), ruolo per il quale ha ricevuto l’anno scorso il César, massimo premio francese. O anche la Julie di Full time-Al cento per cento (odissea quotidiana di una mamma separata tra figli, scuola, lavoro da cercare e disagi da pendolare), altro premio per l’interpretazione vinto stavolta alla Mostra di Venezia. Col nuovo anno, torna sugli schermi con Un vizio di famiglia ed è, una volta di più, brava e coinvolgente. 
«La vicenda si svolge in una lussuosa villa sul mare», racconta Calamy. «Un ambiente a cui non è abituata la mia Stéphane, operaia di mezza età in una fabbrica di conserve. Il fatto è che il padre naturale, mai conosciuto, si è fatto finalmente vivo e l’ha invitata. Scopre così che è un uomo ricco, che vive isolato nella sua magione attorniato dalle donne della sua vita, per nulla contente di questa nuova arrivata con cui dovranno dividere l’eredità. Per farsi accettare, Stéphane deciderà di fingersi un’altra persona, interessante e di successo. Scoprirà, però, di non essere la sola a mentire. E il dramma familiare prenderà tinte da thriller».

Il seguito sulla rivista.

di Maurizio Turrioni

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