«No a ogni forma di estremismo»

Il settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, organizzato come di consueto dal Governo del Kazakhstan, si chiude con l’appello a fare di più per la pace e la giustizia in ogni parte del mondo. 

«La pace non è mai guadagnata una volta per tutte, va conquistata ogni giorno, così come la convivenza tra etnie e tradizioni religiose diverse, lo sviluppo integrale, la giustizia sociale. E perché il Kazakhstan cresca ancora di più nella fraternità, nel dialogo e nella comprensione per gettare ponti di solidale cooperazione con gli altri popoli, nazioni e culture, c’è bisogno dell’impegno di tutti. Prima ancora, c’è bisogno di un rinnovato atto di fede verso il Signore: di guardare in alto, di guardare a lui, di imparare dal suo amore universale». Queste parole sono il cuore del messaggio che papa Francesco ha voluto rivolgere al settimo congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali tenutosi lo scorso settembre in Kazakhstan. Un incontro che si è svolto in un clima di dialogo fraterno, in cui la voce della Chiesa cattolica, grazie alla presenza di Bergoglio, ha fatto sentire la sua autorevolezza nel nome della pace e della fratellanza universale. Temi che sono stati ribaditi con forza nella dichiarazione finale dei partecipanti all’evento.
«La dichiarazione del nostro congresso», ha spiegato il Papa, «afferma che l’estremismo, il radicalismo, il terrorismo e ogni altro incentivo all’odio, all’ostilità, alla violenza e alla guerra, qualsiasi motivazione o obiettivo si pongano, non hanno nulla a che fare con l’autentico spirito religioso e devono essere respinti nei termini più decisi possibili: condannati, senza “se” e senza “ma”. Inoltre, in base al fatto che l’Onnipotente ha creato tutte le persone uguali, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa, etnica o sociale, abbiamo convenuto nell’affermare che il mutuo rispetto e la comprensione devono essere considerati essenziali e imprescindibili nell’insegnamento religioso».

Il seguito sulla rivista.

di Francesco Antonio Grana

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