La Pira, Giorgia e il braccio rotto
Disoccupati e bisognosi. Il “sindaco santo”, come è definito Giorgio La Pira, ha dedicato la sua vita alle “attese della povera gente”. Uno dei nostri più lucidi costituenti, morto 45 anni fa, aveva impegnato la sua vita in difesa degli ultimi. Auspicava la piena occupazione, un lavoro che desse dignità a tutti e che facesse progredire il nostro Paese. Si era speso, in tempi altrettanto difficili come quelli che stiamo vivendo, per la pace e la concordia tra i popoli. Aveva inventato i Colloqui mediterranei, cui avevano partecipano, tra gli altri, rappresentanti arabi e israeliani. Era andato fino a Mosca a parlare di disarmo nucleare e distensione in piena Guerra fredda. Ci sarebbe bisogno, proprio in queste settimane e in questi mesi, di tornare a pensare come La Pira, di elaborare idee e azioni per affrontare la crisi energetica e quella dei valori. Per allungare lo sguardo a ciò che potrà succedere alle nuove generazioni.
Siamo sicuri che sono temi che stanno a cuore anche all’esecutivo che avrà le redini del Paese in questo prossimo futuro.
Il seguito sulla rivista.
di Annachiara Valle