A mani nude contro la guerra
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In Repubblica Centrafricana, terra martoriata dai conflitti civili, il cardinale Dieudonné Nzapalainga ha dato vita alla Piattaforma interreligiosa per la pace, un progetto che promuove l’ascolto e il dialogo.
Incontrare Dieudonné Nzapalainga significa disporsi al cambiamento, annullare il pregiudizio. Andando oltre quello che, nella nostra immaginazione, è un cardinale. Dimenticate una persona fredda e aristocratica, consapevole di essere uno tra i 211 esponenti che più contano nella Chiesa mondiale. Oltre al corpo massiccio e prestante, alla voce profonda e calma, ai modi cordiali e spontanei, Nzapalainga ha un sorriso che non lo abbandona mai e che dà sostanza a quanto afferma. Il cardinale e arcivescovo di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, è il primo porporato centrafricano nella storia della Chiesa e il cardinale più giovane, con i suoi 55 anni.
Quinto di dieci figli, cresce in una famiglia povera, ma unita e apprende sulla sua pelle cosa sia l’ecumenismo: il padre era un contadino cattolico, la madre una domestica protestante. Come racconta in La mia lotta per la pace. A mani nude contro la guerra in Centrafrica, l’autobiografia recentemente pubblicata, altra figura centrale della sua infanzia è il missionario olandese Padre Léon, «che giocava a calcio con noi bambini, mangiava con gli africani, viveva con i poveri, e solo chi sta con i poveri può testimoniarli. Non c’è solo povertà materiale, ma anche spirituale, familiare. Se siamo umili scopriamo che in noi c’è una mancanza ed è proprio questa che Dio viene a colmare. Il tesoro del povero è Dio, che era ricco e si è fatto povero per arricchirci».
Il seguito sulla rivista.
di Marta Perrini