Non smettiamo di pensare

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Il pensiero critico, attivo, capace di diventare strumento etico è una sentinella che, anche nei tempi bui della Storia, può arginare il male.

Da quando esiste l’umanità esistono il bene e il male non come due facce della stessa medaglia, ma come due opzioni con le quali, piaccia o non piaccia, dobbiamo fare i conti in ogni istante della nostra vita. Subiamo il male e lo facciamo. Beneficiamo del bene che riceviamo e siamo attori di quello che realizziamo. Due opzioni che ci abitano e con le quali abitiamo il nostro stare al mondo. Non nasciamo buoni e poi diventiamo cattivi. Nasciamo con un identico potenziale di cattiveria, crudeltà, ferocia, malignità, malizia, da un lato, e di bontà, onestà, mitezza, mansuetudine, benevolenza, generosità, gentilezza, pietà, misericordia, dall’altro. Possiamo, e sappiamo, anche mischiare e far convivere mitezza e malignità o pietà per alcuni e crudeltà nei confronti di altri. Siamo dotati di un potere illimitato sulle infinite possibilità di agire il bene oppure il male. Siamo esseri pensanti ed esseri con una coscienza, che è la facoltà di comprendere e valutare i fatti che si verificano e ci coinvolgono. Ma quest’ultima ha anche a che fare con la nostra moralità, che talvolta eleviamo a morale comune.
Tra bene e male ci barcameniamo provando a fare ciò che è giusto. Ma giusta, per alcuni, è anche la guerra. Giusta, per alcuni, fu anche la bomba atomica. Giusto, per alcuni, è anche il prezzo che i migranti devono pagare finendo in fondo al mare. Fu giusto gridare di liberare Barabba e crocifiggere il Nazareno? Dubbi. Domande.

Il seguito sulla rivista.

di Elvira Zaccagnino

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