Tutti valiamo

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Ogni anno in Italia vengono abbandonati negli ospedali più di 300 neonati. E migliaia sono i bimbi che restano in attesa di un’adozione, che non arriverà mai. É allora giunto il momento di parlare di natalità in modo meno ideologico e più solidale.

In Italia si fanno sempre meno figli. Per ogni bimbo ci sono cinque anziani. Nel 2022 le nascite sono diminuite di quasi 400 mila neonati e nei primi nove mesi del 2023 sono venuti alla luce 3.500 bimbi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Denatalità vuol dire che oggi la media è di 1,22 figli per donna. Anche per questo ogni anno si celebra la Giornata nazionale per la vita (vedi box a pagina 12). Che deve essere, però, un’occasione per guardare oltre le gravidanze, alle vite di tanti, tantissimi anziani e bambini dimenticati. Quanti bimbi sono senza famiglia, quanto è difficile adottare o prendere in affido un minore, quanti anziani vivono in solitudine in strutture residenziali o a casa… Vita non è solo mettere al mondo ed essere messi al mondo. Vita è occuparsi di, prendersi cura di… Anche la Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia lo ricorda nell’articolo 6, dal titolo Il bambino ha diritto alla vita. Ogni bimbo deve essere aiutato e supportato nella crescita.
Invece, ogni anno in Italia vengono abbandonati negli ospedali più di 300 neonati, stima la Società italiana di neonatologia. Sono i piccoli di cui si parla sui giornali e in televisione, come Enea, lasciato alla Clinica Mangiagalli di Milano la scorsa primavera. Ecco perché è importante conoscere le culle per la vita e soprattutto il parto in anonimato. Le prime sono strutture create per permettere di lasciare i neonati in totale sicurezza, nel pieno rispetto della privacy della mamma. Il secondo è una misura che consente alle madri di partorire in modo sicuro, senza essere tracciate, né schedate.
Anche per i bimbi abbandonati (oltre che per quelli soli durante il ricovero) ci sono nel nostro Paese i Donatori di coccole: oltre mille volontari che, in seguito a un’adeguata formazione, regalano carezze e affetto ai piccoli negli ospedali.
Esistono, certo, l’adozione e l’affidamento, ma purtroppo sono iter molto lunghi e complessi. Secondo l’Istat, nel 2021 in Italia l’adozione è stata conclusa per 866 minorenni, a fronte di 7-8 mila domande all’anno. Sono migliaia, dunque, i bimbi che restano in attesa di una famiglia a causa della burocrazia. Basti pensare che oggi ci vogliono più di quattro anni per arrivare a un’adozione. C’è poi una gran parte di bambini con bisogni speciali e di adolescenti che non trovano famiglie disposte ad accoglierli: per loro l’attesa spesso si prolunga fino alla maggiore età. A regolare la procedura d’adozione è una legge del 1983, che risale quindi a quarant’anni fa. Se ne discute da tempo: non si dovrebbe semplificare la procedura e cambiare i criteri tenendo conto del «miglior interesse del minore»?

Il seguito sulla rivista.

di Cristina Colli

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