Fragili esistenze

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In occasione della Giornata nazionale della vita, che si celebra il 4 febbraio, vogliamo porre l’accento sulle esistenze più deboli  e ai margini, come quelle di bambini e anziani. Per ricordare che  ciascuno è prezioso, meritevole di affetto e cura.

«La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino, anziano… – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza. La vita del migrante vale poco, per cui si tollera che si perda nei mari o nei deserti o che venga violentata e sfruttata in ogni possibile forma. La vita dei lavoratori è spesso considerata una merce, da “comprare” con paghe insufficienti, contratti precari o in nero, e mettere a rischio in situazioni di patente insicurezza. La vita delle donne viene ancora considerata proprietà dei maschi – persino dei padri, dei fidanzati e dei mariti – per cui può essere umiliata con la violenza o soffocata nel delitto. La vita dei malati e disabili gravi viene giudicata indegna di essere vissuta, lesinando i supporti medici e arrivando a presentare come gesto umanitario il suicidio assistito o la morte procurata. La vita dei bambini, nati e non nati, viene sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti e sottoposta a pratiche come la tratta, la pedopornografia, l’utero in affitto o l’espianto di organi». La voce dei vescovi italiani si è levata chiara nel messaggio che la Conferenza episcopale ha preparato per la 46ª Giornata per la vita che quest’anno si celebra il 4 febbraio sul tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)». Un monito a salvaguardare ogni esistenza, soprattutto quelle più fragili e più esposte a rischi. Ogni vita umana è preziosa, lo abbiamo detto più volte. Non sempre, però, alle parole seguono i fatti.

Il seguito sulla rivista.

di Annachiara VAlle

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