Il cristianesimo deve far volare

Secondo padre Pier Giordano Cabra, mancato lo scorso novembre, essere cristiani deve essere fonte di letizia. Un prete tenace, che amava i giovani e sapeva guardare avanti. Noi lo ricordiamo così.

C’è una generazione che lentamente ci sta lasciando: quella nata a ridosso della Seconda guerra mondiale, che ha attraversato il dopoguerra, il Concilio Vaticano II, il Sessantotto, gli anni di piombo, il boom economico. Padre Pier Giordano Cabra, che di quella generazione ha fatto parte, ha saputo vivere i rivolgimenti del secolo trascorso non con lenti novecentesche, ma con gli occhi rivolti al futuro, colmi della speranza di chi è convinto che il meglio debba ancora venire e dell’ironia di chi non si prende troppo sul serio perché sa di essere di passaggio.
Nato nel 1932 a Gambara, in provincia di Brescia, Pier Giordano diventa sacerdote piamartino nel 1956, laureandosi in Scienze politiche da studente-lavoratore: insegna a Maderno, sul lago di Garda, e vive con oltre 500 giovani allievi. Da allenatore di rugby porta gli Artigianelli in serie B: la palla ovale tempra il carattere, elemento essenziale per chi vive la spiritualità cristiana come una «continua lotta nella letizia dello spirito». Dal 1958 al 1973 è direttore generale (con l’amico fraterno Rosino Gibellini, direttore scientifico) della casa editrice Queriniana, trasformando una stamperia di opere devozionali nel fulcro del dibattito conciliare e pubblicando per la prima volta in Italia le migliori firme della teologia mondiale, da Küng a Rahner, da Ratzinger a Moltmann, dei quali diventa conoscente e amico. Chi si ferma, però, è perduto. Così padre Cabra trova il tempo di essere per qualche anno assistente ecclesiastico scout, finché non viene designato Superiore generale dei piamartini. Con questo ruolo si deve occupare della formazione dei religiosi e viaggia in Europa, Africa, Giappone, Sud America. Durante il pontificato di papa Giovanni Paolo II, diventa presidente della Conferenza italiana dei superiori maggiori e poi di quella europea, concentrando le proprie riflessioni sulla vita consacrata, di cui fu uditore (Adiutor Secretarii Specialis) al Sinodo a essa dedicato nel 1994. Docente alla Pontificia Università Salesiana, nella copiosa attività di saggista – più di 20 i libri pubblicati e altrettanti quelli curati – cerca di ripensare una spiritualità incarnata, un modo per ridare senso all’attività dei sacerdoti nell’età secolarizzata (Con tutto il cuore), di riflettere sul Concilio (Breve presentazione del Vaticano II), di approfondire il testo biblico con inusuali punti di vista (Piante e fiori della Bibbia, Cose della creazione), di tramandare testimonianze (20 maestri per il nostro tempo, Piamarta), di diffondere la preghiera con la collana Lectio divina per ogni giorno dell’anno, senza dimenticare il primo amore, quello per i giovani (Le beatitudini dell’educatore).

Il seguito sulla rivista.

di Marta Perrini

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