La terra, il prossimo e il denaro

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C’è chi dice di non essere attaccato o attaccata al denaro. Che i beni non solleticano il suo egoismo, che vivrebbe anche in un eremo sperduto. Di solito, a queste belle parole si associa un comportamento di tutt’altra natura. Dietro l’apparenza di altruismo e bontà si celano azioni meschine e ignobili. Perché, inutile nasconderlo, quello che il Papa chiama «sterco del diavolo» esercita, su alcune menti, un fascino irresistibile. Forse è questione di carattere o di abitudini acquisite in famiglia o, ancora, di un desiderio che diventa irrefrenabile di fronte a qualcosa che, spesso, non si è riusciti a costruire con le proprie oneste forze. In nome di quel denaro, che pure a parole si dichiara di non bramare, si fa del male al prossimo, anche a persone molto vicine, si truffa, si cerca di accaparrarsi in modo lecito e illecito il più possibile.
«Il sudario non ha tasche», dice ancora papa Francesco per ricordare a tutti che l’unico tesoro che ci si porterà dietro nell’ultimo giorno sarà solo il patrimonio di amore dato e ricevuto. Eppure c’è chi, in nome di un denaro destinato a marcire, muove eserciti, distrugge l’ambiente, sfrutta bambini e donne, uccide.

Il seguito sulla rivista.

di Annachiara Valle

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