Io, giovane testimone di fede
Daniel Luboya, ragazzo congolese, faceva l’addetto alle pulizie in un’azienda. Ora, di questa stessa impresa, è un manager. Un traguardo per il quale non smette di essere grato a Dio.
Avevo letto di Daniel Luboya sul post di Facebook di un amico congolese imprenditore nel settore della comunicazione. Mi aveva colpito il suo percorso lavorativo ed ero curioso di sentirlo raccontare dallo stesso protagonista.
A Kinshasa incontro Daniel negli uffici di Schoolap, l’azienda nella quale è stato assunto da pochi mesi. Tutto è gestito molto professionalmente: gli agenti di sicurezza alla porta vigilano sugli ingressi e per accedere viene richiesto un documento. Potremmo essere nella direzione di una grande impresa in un’altra parte del mondo, solo il sole cocente e il suolo sconnesso nel parcheggio, pieno di pozzanghere lasciate dall’ultima intensa pioggia, mi ricordano che sono nella capitale congolese, nell’Africa subsahariana.
Dentro la struttura diverse aziende si dividono gli spazi, tutto è ordinato e il manager responsabile ci assegna una sala riunioni. Il fresco dell’aria condizionata ci permette di fare una tranquilla chiacchierata. La sua storia è quella di un giovane che non si arrende, che lotta per costruirsi un futuro, che trova forza nella fede.
«Sono nato in una famiglia cristiana», racconta Daniel, «mio padre è un pastore evangelico in una chiesa pentecostale. Ho quasi 30 anni e sono il terzo di cinque fratelli, anch’io sono predicatore del Vangelo nella mia chiesa. Ero alla ricerca dei mezzi necessari per terminare gli studi e ho saputo che Schoolap aveva bisogno di un addetto alle pulizie. Qualcuno mi diceva: quello non è un lavoro per te, sei già un predicatore, animi i giovani, sei all’università, soprattutto sei un uomo, fare le pulizie è da donna. Ma non ho esitato: avevo un obiettivo e sapevo che da qualche parte occorreva iniziare».
Nello spiegare il suo cammino, Daniel fa un continuo riferimento alla fede. A proposito del lavoro umile e così lontano dalla sua preparazione in comunicazione, con una specializzazione in organizzazione delle imprese, dice: «Il Signore ha le sue vie, attraverso le quali ci fa passare. Ho accettato l’incarico e ho cercato di svolgerlo al meglio. Iniziavo molto presto, alle cinque di mattina, con la divisa che mi avevano fornito. Preparavo gli uffici e finivo in tempo per lasciare spazio a coloro che dovevano occuparli. Talvolta incrociavo i dirigenti e i fondatori di Schoolap, Pascal Kanik e il sacerdote cattolico Guy-José Leta, ma sempre tenendo una certa distanza».
Schoolap, la startup che ha ormai assunto le dimensione di una vera azienda, con sede commerciale a Dubai e presenza, oltre che nella Repubblica Democratica del Congo, anche in altri Paesi africani, sostiene la scolarizzazione con contenuti preparati nel contesto locale, tecnologie all’avanguardia e strumenti da fornire a scuole, insegnanti, studenti a prezzi adeguati alle loro possibilità.
Il seguito sulla rivista.
di Roberto Ponti