La grande sfida di Fairtrade

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Strano, ma vero. Se cercate sul web la data della Giornata internazionale del commercio equo e solidale, appaiono diverse indicazioni. Tutte a maggio: in particolare l’11, segno che produrre e consumare in modo etico è diventato ormai una priorità.
Esiste un marchio che «contraddistingue i prodotti realizzati senza sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente». È la certificazione del commercio equo e solidale Fairtrade, che si può trovare in migliaia di punti vendita in tutta Italia (www.fairtrade.it).
Fairtrade – si legge sul sito – è un’organizzazione internazionale (con una sede anche in Italia) che lavora per migliorare le condizioni dei produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo. Lo fa attraverso standard che permettono ai lavoratori di contare «su un reddito più stabile e di guardare con fiducia al loro futuro». 
I prodotti Fairtrade − dalle banane al caffè, dallo zucchero ai cereali, dal cioccolato alle creme spalmabili, dalla frutta fresca al riso, dal miele alle spezie, ma anche fiori e piante, magliette e felpe, gioielli, cosmetici − si possono trovare sugli scaffali del supermercato, al bar, nelle mense scolastiche, nei ristoranti. 

Il seguito sulla rivista.

di Savio

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