Cannes mon amour

Giunto alla 76ª edizione, il festival si aprirà il 16 maggio. Presenti Martin Scorsese, Harrison Ford, Steven Spielberg. Oltre al film Indiana Jones e il quadrante del destino, ultima avventura del famoso archeologo.

Il conto alla rovescia è cominciato. Il 16 maggio si aprirà il 76° Festival di Cannes e i giorni della vigilia sono un affastellarsi di frenetici preparativi. L’allestimento del Palais, con le cinque sale di proiezione e gli spazi riservati ai seimila giornalisti accreditati da tutto il mondo. Gli stand del Marché, vera forza di Cannes rispetto alle avversarie Venezia e Berlino, dove s’incroceranno produttori e cineasti per firmare contratti e stringere collaborazioni. Si calcola che, nei dodici giorni del festival, saranno 60 mila gli addetti ai lavori che arriveranno da ogni dove, quasi raddoppiando la popolazione della cittadina, per un costo organizzativo che supera i 20 milioni di euro (ma un giro d’affari stimato attorno al miliardo). Per due settimane, tutto e tutti a Cannes saranno coinvolti a tempo pieno nel dare lustro alla kermesse. Gli hotel, più o meno esclusivi, e le case in affitto. I cartelloni pubblicitari elettronici, ma anche le classiche locandine. Feste e mostre sparse per la città. Le lussuose boutique, che attraggono ricchi clienti. Bar e ristoranti, sempre pieni. I cinema in cui la gente comune può andare a vedere certi film della rassegna (francesi soprattutto) all’indomani della presentazione ufficiale. Perfino supermercati e negozietti di alimentari, affollati di giovani che cercano di far convivere la passione per il cinema coi pochi soldi a disposizione. E poi le spiagge lungo la Croisette, invito suadente a inaugurare la stagione estiva dei bagni. Per ultimo, verrà montato il tappeto rosso della famosa Montée des marches. E sarà da lì che la fascinosa neopresidente, Iris Knobloch, darà il via al festival.
A dare un senso a tutto questo sono, però, sempre e solo i film. Ed è qui la vera sfida tra Cannes, Venezia e Berlino che cercano di accaparrarsi i titoli di maggior richiamo, le star più acclamate, i cineasti più promettenti. Il colpaccio di Thierry Frémaux, onnipotente direttore generale del festival, si chiama Martin Scorsese: è, infatti, volato a New York per convincerlo a rinviare l’uscita della sua nuova pellicola, prevista per l’inizio dell’anno e ora spostata al 19 ottobre, in contemporanea mondiale. In cambio, Killers of the Flower Moon sarà l’evento di gala di sabato 20 maggio, col regista ottantenne a far passerella sulla Croisette affiancato dai suoi prestigiosi protagonisti, Robert De Niro e Leonardo DiCaprio. Il film è ambientato all’inizio degli anni Venti, in una contea rurale dell’Oklahoma. La febbre di denaro porta a scoprire in zona ricchi giacimenti di petrolio. Al contempo, si verifica una serie inspiegabile di omicidi, di cui sono vittime facoltosi cittadini della tribù indiana di Osage. L’Fbi apre un’indagine, dato che a venire assassinati sono i proprietari dei terreni in cui è stato individuato il bramato “oro nero”. Una vicenda vera che contiene i tipici ingredienti del cinema di Scorsese, maestro nel ricostruire vite e atmosfere di quel periodo avventuroso e oscuro, che fece la storia degli Stati Uniti. Era il 1976 quando l’allora pressoché sconosciuto regista italo-americano venne per la prima volta sulla Croisette col sodale De Niro: il film era Taxi Driver e fu subito Palma d’oro. Onusto di premi e di gloria, a Scorsese verrà probabilmente risparmiato il concorso. Meglio la proiezione di gala (con Palma d’oro alla carriera?).

Il seguito sulla rivista.

di Maurizio Turrioni

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