La libertà, preziosa e da maneggiare con cura

Alessandro Milan ha appena pubblicato un libro dedicato alla Resistenza milanese. I protagonisti sono le persone comuni, che hanno fatto la storia.

Ci sono storie che ancora meritano di essere raccontate. Anche oggi, in cui tutto pare già detto e fatto. Esistono episodi nascosti da portare alla luce, tesori che resistono al tempo e che sanno essere attuali dopo ottant’anni, o quasi. È il caso di quelli narrati da I giorni della libertà. Storie di chi ha combattuto per l’Italia, il libro che Alessandro Milan ha appena pubblicato per Mondadori.
«Ho voluto raccontare di persone semplici, che non finiranno nei libri di storia, ma che hanno fatto la storia: un operaio col figlio, una portinaia con la figlia, un impiegato del Corriere della sera e sua moglie», spiega l’autore. L’incontro con questa pagina di storia per il giornalista di Radio 24 è casuale. Un giorno, camminando per Milano, si è imbattuto in una pietra d’inciampo. Incuriosito è entrato nel cortile del palazzo, ha parlato con il portinaio e ha sentito il dovere di saperne di più.
Dalla consultazione degli archivi e dall’incontro con i testimoni o i loro eredi è emerso un interessante affresco della resistenza milanese dall’ottobre del 1942 al dicembre del 1944.
Le vicende, circoscritte nel raggio di un quartiere, sono accomunate dalla «scelta di combattere per la libertà, maturata anche dopo l’8 settembre 1943, quando era più comodo attendere lo sviluppo degli eventi senza mettersi a rischio. Per alcuni dei protagonisti lottare per la libertà ha, infatti, significato sacrificare la propria vita».
Milan, che dal 1999 conduce in radio programmi di approfondimento, arriva alla scrittura attraverso la sua esperienza biografica. «Nel dicembre del 2016 mia moglie Francesca Del Rosso, nota come Wondy, è morta, lasciandomi solo con due bambini piccoli», confessa. «Il primo libro, Mi vivi dentro (DeA Planeta, 2018), è un memoir della nostra storia, quello successivo, Due milioni di baci (DeA Planeta, 2019), una sorta di sequel. Dopo queste pubblicazioni, ciò che avevo da dire al riguardo è finito e ho iniziato a trattare temi differenti. In Un giorno lo dirò al mondo (Mondadori, 2021) racconto la vicenda di Derek Rocco Barnabei, un italo-americano che avevo conosciuto anni prima, finito nel braccio della morte, fino ad arrivare all’ultimo lavoro, il testo di cui stiamo parlando».

Il seguito sulla rivista.

di Marta Perrini

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