Il sole di Nanni Moretti
Il regista torna a Cannes con un nuovo film, Il sol dell’avvenire, commedia segnata dalla disillusione. Poche le anticipazioni sulla pellicola, che potremo scoprire il 20 aprile nelle sale.
Di Nanni ce n’è uno solo. Perché il cinema di Moretti è inconfondibile. Per alcuni geniale, per altri insopportabile. Con quel sorriso amaro, i piccoli stress quotidiani, le canzoni in macchina, l’irresistibile ironia e soprattutto l’amore per il cinema. Nanni, però, non è uno soltanto. Al folgorante inizio degli anni Settanta, giovane dissacratore dei miti sessantottini (Io sono un autarchico, Ecce Bombo), era succeduto lo splendido quarantenne di Caro Diario. C’era stato poi l’acuto cinquantenne di Il caimano (punto più alto di un cinema di feroce critica sociale iniziato con Palombella rossa). Erano, quindi, seguite le riflessioni di un sessantenne smarrito. Prima, la delicata intrusione nel mondo della fede con Habemus Papam, dove, tra pompose istituzioni e solitudini spirituali, Nanni spiegò di preferire la definizione di non credente alla parola ateo («Non sono credente e mi dispiace», ammise). Subito dopo, l’intima riflessione sul mistero di una morte non più ingiusta e improvvisa (come in La stanza del figlio, forse il suo film più bello, Palma d’oro a Cannes nel 2001), bensì attesa, naturale, inevitabile: quella di una madre sfinita che si spegne. Mia madre resta la confessione più intima di Moretti uomo. Naturale che, in questo processo di autocoscienza, abbia poi rivolto lo sguardo al ruolo di padre (suo figlio Pietro, avuto dall’allora compagna Silvia, figlia del compositore Luigi Nono, ha oggi 27 anni), anche se per farlo ha sentito il bisogno d’ispirarsi a una storia non sua, adattando per lo schermo il libro Tre piani dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. Palcoscenico di gala, quel Festival di Cannes di cui Moretti è considerato uno dei figli prediletti.
Non sorprende perciò che l’uscita cinematografica più attesa del mese sia Il sol dell’avvenire, nuovo misterioso film su cui aleggia il più assoluto riserbo (pena il solito ostracismo di Moretti nei confronti del reprobo sia esso attore, coautore o semplicemente collaboratore). In quarant’anni, al timone della kermesse sulla Croisette si sono succeduti personaggi di vaglia come Pierre Lescure, Gilles Jacob, l’onnipotente délégué général Thierry Fremaux, fino ad arrivare alla recente nomina di Iris Knobloch, prima donna chiamata a presiedere il festival di cinema più prestigioso al mondo. Ma per Nanni le porte del Palais sono sempre aperte. Pressoché certa, perciò, la partecipazione di Il sol dell’avvenire al 76° Festival di Cannes, in programma dal 16 al 27 maggio. Si attende solo di scoprire in quale veste: se in concorso oppure come evento di gala. L’importante, in base al regolamento, è che il film sia inedito fuori dei confini nazionali.
Il seguito sulla rivista.
di Maurizio Turrioni