L’eredità di Benedetto XVI
Vatican Media
Un pontificato durato otto anni e costellato di spine: dalla pedofilia del clero alle incomprensioni col mondo islamico, fino allo scandalo Vatileaks. Ma anche ricco di frutti: 24 viaggi, 29 visite pastorali, un libro-intervista, tre encicliche.
«Benedetto, fedele amico dello sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce». Così papa Francesco ha concluso l’omelia del funerale di Benedetto XVI presieduto in una piazza San Pietro con 50 mila fedeli. «Anche noi», ha affermato Bergoglio, «saldamente legati alle ultime parole del Signore e alla testimonianza che marcò la sua vita, vogliamo, come comunità ecclesiale, seguire le sue orme e affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita».
Nella sua meditazione, Francesco ha ripreso alcuni passaggi dell’omelia che Joseph Ratzinger fece nella messa di inizio del suo pontificato, il 24 aprile 2005. «San Gregorio Magno», ha ricordato il Papa, «al termine della Regola pastorale, invitava ed esortava un amico a offrirgli questa compagnia spirituale: “In mezzo alle tempeste della mia vita, mi conforta la fiducia che tu mi terrai a galla sulla tavola delle tue preghiere e che, se il peso delle mie colpe mi abbatte e mi umilia, tu mi presterai l’aiuto dei tuoi meriti per sollevarmi”. È la consapevolezza del pastore che non può portare da solo quello che, in realtà, mai potrebbe sostenere da solo e che, perciò, sa abbandonarsi alla preghiera e alla cura del popolo che gli è stato affidato. È il popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e l’unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l’amore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anni. Vogliamo dire insieme: “Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito”».
Un legame di sincera amicizia ha contraddistinto questi quasi dieci anni di convivenza in Vaticano tra Francesco e Benedetto XVI. «Sono grato», aveva scritto Ratzinger al teologo svizzero Hans Küng, «di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo pontificato nella preghiera». Bergoglio aveva affermato: «Benedetto adesso abita in Vaticano, e alcuni mi dicono: ma come si può fare questo? Due papi in Vaticano! Ma non ti ingombra lui? Ma lui non ti fa la rivoluzione contro? Tutte queste cose che dicono, no? Io ho trovato una frase per esprimere questo: è come avere il nonno a casa, ma il nonno saggio».
di Francesco Antonio Grana