Addio a Biagio Conte, l’angelo dei poveri

Era malato da tempo Biagio Conte, il missionario laico palermitano che è morto il 12 gennaio a 59 anni, fondatore della Missione di speranza e carità. La sua è stata una vita spesa per gli ultimi, per i quali a Palermo aveva creato nove comunità.

Figlio di imprenditori edili, a 16 anni abbandona la scuola per lavorare nell’impresa di famiglia. Poi nel 1983 la crisi spirituale che lo porta ad allontanarsi dalla famiglia e nel 1990 la decisione di vivere come eremita in Sicilia e di compiere a piedi un cammino fino ad Assisi. Ritorna nella sua terra con l’idea di partire come missionario in Africa, ma la povertà che vede tra la sua gente gli fa cambiare idea: inizia a occuparsi dei senza fissa dimora nella zona della stazione di Palermo, e attraverso una protesta attiva riesce a ottenere dall’amministrazione alcuni locali sotto i portici della stazione centrale, dove nel 1993 fonda la Missione di speranza e carità. Qui tutti diventano “fratelli” o “sorelle”, per tutti c’è un letto, un piatto e ascolto. La presenza di Biagio Conte, sempre accogliente e attenta, lo porta di nuovo, nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto, a dormire in strada e a iniziare uno sciopero della fame, durato dieci giorni, che convincerà poi la Regione ad ampliare gli spazi della Missione.

Intorno al missionario si crea un gruppo di volontari che, insieme a lui, assistono centinaia di persone in situazione di grave emarginazione nelle nove comunità che negli anni vengono aperte nella provincia di Palermo. Alla sua città Biagio Conte lascia una grande eredità: quella di non dimenticare mai i poveri e di proseguire nel cammino di accoglienza praticato nelle Missioni da lui fondate.

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