Il ritorno di un kolossal

Il regista James Cameron si cimenta in Avatar: la via dell’acqua, il sequel dell’omonimo film. Tanti effetti speciali, ma anche temi importanti come la famiglia e l’accettazione del diverso.

Si fa presto a dire: è il film che ha incassato di più. Non basta, però, contare il denaro accumulato al botteghino. Occorre tener conto della distribuzione geografica di una pellicola, dato che i mercati asiatici (Cina e Corea del Sud) possono ormai rappresentare fino a un quarto del totale, ma solo da poco vengono rilevati con regolarità. E c’è il sovrapprezzo del biglietto per le uscite in 3D o in Imax. Esiste poi il problema di attualizzare gli incassi realizzati decenni fa. Se si tiene conto del tasso d’inflazione sino al 2021, ecco che il film di maggior successo di sempre risulta ancora Via col vento, il cui botteghino mondiale tra il 15 dicembre 1939 (giorno della prima ad Atlanta) e il 1953 arrivò ad accumulare qualcosa come tre miliardi e 922 milioni di dollari di oggi.
Al secondo posto si piazza Avatar, il kolossal fantascientifico che nel 2009 ha frantumato tutti i record e che, al valore odierno, vanta incassi pari a tre miliardi e mezzo di dollari. Che James Cameron, regista canadese nonché produttore della pellicola, abbia il tocco di re Mida è poi confermato dal terzo posto nella graduatoria di tutti i tempi, appannaggio ancora del suo Titanic che, 25 anni fa, ha rastrellato circa tre miliardi e 260 milioni di dollari.
Per quanto romanzata, la tragedia del transatlantico inabissatosi nel 1912 tra gli iceberg al largo della Groenlandia non si prestava, per forza di cose, a ulteriori sviluppi. Tutt’altro discorso, invece, per il rutilante mondo di Pandora, ideato da Cameron ispirandosi alle meraviglie degli abissi oceanici, di cui è esploratore provetto, sviluppate con mirabili tecniche di computer-graphic.
Rocce, cascate, lussureggianti foreste pluviali su isole sospese nel cielo. Draghi volanti cavalcati come destrieri. La trovata di consentire a un ex marine paraplegico (Jake Sully alias Sam Worthington) di ritrovare abilità calandosi in un corpo artificiale chiamato avatar. E il coraggio naif delle gigantesche creature, i Na’vi, che popolano quel mondo in totale armonia con madre natura.

Il seguito sulla rivista.

di Maurizio Turrioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *