Il virtuoso del violino

A 240 anni dalla nascita, si celebra Niccolò Paganini, il compositore che stupì il mondo fino a diventare un mito.

Duecentoquaranta anni fa, il 27 ottobre del 1782, nasceva a Genova Niccolò Paganini. Morirà a Nizza 58 anni dopo, lasciando un segno nella storia della musica per le sue doti di virtuoso del violino.
Talento precoce, avviato allo studio di questo strumento dal padre Antonio, musicofilo, non ancora dodicenne suona già in pubblico le sue prime composizioni. Il giovanissimo Niccolò stupisce per tecnica e bravura. 
Studia a Parma da Alessandro Rolla, ma lo stesso Paganini scrive che il maestro, dopo averlo ascoltato, aveva riferito che non aveva nulla da insegnargli. Viene richiesto sia in Italia sia all’estero (Vienna, Dresda, Berlino, Varsavia, Londra). A un certo punto della sua carriera, smette di fare concerti e si dedica allo studio della chitarra, strumento per il quale ha scritto numerose pagine a solo e d’insieme. Ma poi ritorna all’amato violino.
Ogni sua esibizione diventa un evento. Il virtuoso e il compositore si trasformano rapidamente in mito. Il poeta tedesco Heinrich Heine descrive Paganini come uno «stregone che comanda gli elementi con la sua bacchetta magica».  
Il musicologo Marco Mangani, nel suo saggio sul virtuosismo nel volume dedicato alla musica dalla Treccani, scrive: «Due furono i connotati del mito di Paganini: da un lato, quello del virtuoso che deve tutto al proprio fisico eccezionale (la leggendaria lunghezza delle braccia e delle dita); dall’altro, quello “demoniaco”, che trovò terreno fertile grazie anche al successo del Faust di Johann Wolfgang Goethe. Solo un patto analogo a quello stretto da Faust con Mefistofele pareva, infatti, consentire a Paganini quel soprannaturale dominio del proprio strumento».

di Roberto Zichittella

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