Per un mare ancora blu
Accusati di essere tra i settori più inquinanti del pianeta, beauty e moda cominciano a darsi da fare per capovolgere la situazione. E oggi molti marchi sono impegnati nella tutela ambientale con piccole e grandi azioni a salvaguardia delle nostre immense distese d’acqua.
Un festival interamente dedicato alla salvaguardia del mare e alla valorizzazione della sua essenza. È Seif, Sea essence international festival, che si svolgerà dall’8 al 10 luglio a Marciana Marina, sull’Isola d’Elba. La kermesse, patrocinata da Legambiente, Regione Toscana, Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Comune di Marciana Marina, Università Iulm di Milano, Accademia di belle arti di Brera, è una manifestazione «poliedrica», come la definiscono gli organizzatori, il cui obiettivo è «sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del mare celebrandone la bellezza». Tre giorni in cui le diverse attività culturali – scientifiche, didattiche e divulgative – aiuteranno a «immaginare un nuovo futuro per il mare».
A organizzare l’evento è Acqua dell’Elba, il celebre brand di profumi nato proprio sull’isola toscana, che di recente ha lanciato anche l’omonima Fondazione, per potenziare il suo sostegno in difesa del territorio dell’arcipelago e delle acque in cui è immerso.
Il marchio non è solo nella sua battaglia in difesa del mare. Sono molte oggi le aziende impegnate nella tutela ambientale, soprattutto nei settori beauty e moda, accusati di essere tra i più inquinanti del pianeta. C’è chi si batte per produrre abiti in materiali quanto più possibile riciclati, chi propone confezioni che riducono al minimo le microplastiche, chi si spende in prima persona sostenendo iniziative concrete – è il caso di Nugnes 1920, storica azienda tranese che ha finanziato l’installazione nel porto di Trani di un sistema di smaltimento di rifiuti plastici (vedi box a pagina 17) – e chi cerca di fare entrambe le cose, sia migliorando la sostenibilità dei propri prodotti, sia appoggiando progetti finalizzati alla tutela degli oceani.
Il seguito sulla rivista.
di Annalisa Misceo