Camminando sulla via Francigena
È uno dei più antichi percorsi religiosi-spirituali d’Europa, che parte da Canterbury, nel Regno Unito, e arriva a Santa Maria di Leuca, in Puglia. Tremila chilometri attraverso cinque Stati, sedici regioni e più di seicento Comuni.
«Le Credenziali del pellegrino sono emesse per identificare i viaggiatori che percorrono i tracciati della via Francigena a piedi, in bicicletta o a cavallo. Solo mediante questo documento i pellegrini possono usufruire di servizi e ospitalità offerti da chiese, monasteri, amministrazioni comunali e privati cittadini lungo la via. Benefici che possono includere menù del pellegrino, sconti sui pasti, alloggi a donativo. Le organizzazioni e gli individui che forniscono questo tipo di servizi lo fanno nello spirito di generosità e altruismo che è fondamentale per l’esperienza di pellegrinaggio. Quale pellegrino con credenziali, ti invitiamo a essere partecipe dello spirito che anima la via Francigena: si chiede gentilmente di “dare quello che si può” quando usufruisci di alloggi a donazione. Purtroppo molti pellegrini lasciano solo pochi euro e, talvolta, persino niente; in alcuni casi questo comportamento ha portato istituti religiosi a non accogliere più i viaggiatori. Ti chiediamo di aiutare a mantenere a disposizione di futuri pellegrini l’ospitalità. L’offerta consigliata è quella di 10 euro per alloggio. Grazie, buon cammino». Il Codice etico del pellegrino appare ben in evidenza nella pagina web della via Francigena (www.viefrancigene.org/it/) e chiarisce subito quali siano i termini del «contratto», visto che, almeno in Italia, il cammino negli ultimi anni sta crescendo in popolarità e in fattibilità.
Tra ambiente e cultura
Sì, forse oggi lo possiamo dire: non esiste solo il noto Cammino di Santiago a rappresentare i percorsi religiosi-spirituali d’Europa. C’è anche questa via, detta Francigena, che vale la pena percorrere, di città in città, di borgo in borgo, di cima in cima, in un saliscendi di sentieri ed emozioni che raccontano l’anima nobile e popolare del continente europeo.
Misticismo, cultura, bellezza, arte, enogastronomia, ambiente, alta montagna, pianura e paesaggi, storia e antichità: c’è tutto questo in un cammino (alla fine, molto italiano, perché tutti i cammini portano a Roma) che fa venire voglia di preparare lo zaino, infilare gli scarponi e partire. Soprattutto dopo due anni di pandemia, che ci ha costretti a stare chiusi dentro casa.
E poi la primavera in arrivo è il periodo migliore per affrontare al meglio cammini comunque lunghi, se non difficili almeno impegnativi, anche se percorsi a tappe, che non hanno bisogno di una preparazione fisica e psicologica di tipo sportivo, ma necessitano di allenamento.
Insomma, un impegno per il corpo e per l’anima. Che ripagherà con la vista, l’olfatto, i sensi e con la serenità spirituale.
Il seguito sulla rivista.
di Gianni Di Santo