La tutela della vita

«La Corte costituzionale con la decisione del 15 febbraio ha confermato che l’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente è contraria al principio di “tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”». Così si legge in una nota diffusa dalla presidenza della Cei, a seguito della sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto inammissibile il referendum relativo all’“Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)”.

La sentenza della Corte è definita nel comunicato della Conferenza episcopale italiana come una conferma di «un’inderogabile scelta di tutela della vita».

Il verdetto «è un invito ben preciso a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio. Papa Francesco, durante l’udienza di mercoledì 9 febbraio, ha usato parole chiare: “La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti”».

Per la presidenza della Cei «occorre rivolgere maggiormente l’attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore».

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