Una luce contro la tratta

«Oggi, 8 febbraio, è la festa di santa Giuseppina Bakhita, monaca sudanese, che da bambina ha vissuto l’esperienza traumatica di essere vittima della tratta di esseri umani. Incoraggio coloro che lavorano aiutando gli uomini, le donne e i bambini ridotti in schiavitù, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere, spesso torturati e mutilati. È mia speranza che i capi di governo possano lavorare con decisione per rimuovere le cause di questo vergognoso flagello, indegno della società. Possa ciascuno di noi sentirsi impegnato a essere una voce per i nostri fratelli e sorelle, che sono stati umiliati nella loro dignità». Così papa Francesco nella preghiera dell’Angelus dell’8 febbraio 2015.

La tratta degli esseri umani è una delle attività criminali più redditizie e cresce costantemente come il traffico di droga e armi. Le ultime stime pubblicate dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) rivelano che nel mondo ci sono circa 21 milioni di persone vittime di tratta: ogni anno vengono ridotte in schiavitù da 700 mila a 2 milioni di persone, la maggior parte originaria dell’Asia.

Proprio per fare luce su questi crimini, l’Unione internazionale delle superiori generali e l’Unione superiori generali promuovono l’8 febbraio la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. Giunta all’ottava edizione, quest’anno ha come tema “La forza della cura – donne, economia e tratta di persone”. «Il tema», spiegano gli organizzatori, «è stato scelto in continuità con l’anno precedente dove iniziammo a riflettere sulla connessione tra economia e tratta di persone. L’edizione 2022 propone di mettere al centro le donne. Sono loro, infatti, a essere maggiormente colpite dalla violenza della tratta. Allo stesso tempo, hanno un ruolo fondamentale e importante nel processo di trasformazione dell’economia di sfruttamento in un’economia della cura».

Secondo le statistiche delle Nazioni Unite sulla tratta di persone (Unodc global report on trafficking in persons) il 72 per cento delle vittime della tratta sono donne e bambine, percentuale questa che aumenta significativamente nel contesto della tratta per sfruttamento sessuale. «L’empowerment della donna non è solo questione di giustizia in termini di pari opportunità», continuano gli organizzatori, «ma anche di ampliamento delle capacità delle risorse umane. Con un maggior coinvolgimento delle donne si possono favorire nuovi processi sociali ed economici: diversi agenti dello sviluppo aprono nuovi orizzonti allo sviluppo stesso. Un sistema che esclude le donne, e tutti i gruppi sociali resi vulnerabili, è un sistema non solo “iniquo”, ma anche “inefficiente”, perché non massimizza la sua capacità di promuovere lo sviluppo umano integrale».

La Giornata propone otto ore di maratona non stop (dalle 9 alle 17) di preghiera e riflessione sulla tratta. È possibile seguire l’evento in streaming sul sito www.preghieracontrotratta.org.

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