Presidente è tempo di scelta
Il 3 febbraio scade il mandato di Sergio Mattarella e verrà eletto il suo successore. L’auspicio è che anche questa volta non si snaturi una figura che ha sempre rappresentato un baricentro per il corretto funzionamento del nostro sistema istituzionale.
Con l’inizio di questo nuovo anno viene avviata la procedura di elezione del presidente della Repubblica, successore di Sergio Mattarella, il cui mandato scadrà il 3 febbraio 2022. Si tratterà di un passaggio cruciale, considerata la delicata fase che il nostro Paese sta attraversando – dal punto di vista politico, economico e sociale – anche a causa della pandemia.
I commentatori politici da mesi sono impegnati nella raccolta di indiscrezioni sui possibili candidati. Ma cosa prevede la Costituzione a proposito dell’elezione del capo dello Stato?
Quali sono le modalità attraverso le quali si svolge la votazione? Chi vi partecipa? Per rispondere a queste domande, proponiamo un breve approfondimento delle norme costituzionali dedicate all’elezione presidenziale, per orientarsi con maggiore consapevolezza in questo importante passaggio.
Definito in Assemblea costituente «grande regolatore del gioco costituzionale», il presidente della Repubblica è collocato dalla Costituzione al di fuori dei tradizionali poteri dello Stato e, naturalmente, al di sopra di tutte le parti politiche. La sua figura si pone “ai piani alti” dei valori costituzionali e rappresenta l’unità nazionale, soprattutto per quanto riguarda la coesione e l’armonico funzionamento dei poteri – politici e di garanzia – che compongono l’assetto della Repubblica. Per questo è stato plasticamente definito da Massimo Luciani, professore di diritto costituzionale all’Università La Sapienza di Roma, come un «giroscopio costituzionale, capace di tenere in asse la macchina delle istituzioni e la convivenza civile, nonostante gli inevitabili scossoni cui la dialettica politica e sociale, nel corso del tempo, le sottopongono».
Il seguito sulla rivista.
di Francesca Parmigiani