Un passo avanti contro le mine antiuomo

La Camera ha votato all’unanimità (383 voti a favore e nessun contrario) la legge 1813 “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”, le cosiddette “cluster bomb”.

Una legge importante in un momento molto delicato: infatti i dati che riguardano gli effetti delle mine antiuomo sono in costante aumento. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulle mine delle Nazioni unite, negli ultimi due anni il numero delle vittime e dei feriti ha registrato una crescita preoccupante del + 20 per cento nel mondo.

Nel 2019 le vittime sono state 5.853, nel 2020 7.073. Se nel 2013 i morti per mina erano in media 10 al giorno, nel 2020 sono saliti a 19, l’80 per cento delle vittime registrate sono civili e di queste quasi la metà, il 43 per cento, bambini. L’aumento è dovuto all’epidemia di covid, che ha bloccato le operazioni di sminatura. I Paesi più colpiti da settembre 2019 a ottobre 2020 sono stati Afghanistan, Colombia, India, Libia, Myanmar e Pakistan, ma sono 60 gli Stati che risultano contaminati.

È per questo che l’approvazione della legge contro il finanziamento alle mine antipersona, alle munizioni e submunizioni a grappolo rappresenta un ulteriore progresso nella loro messa al bando, innanzitutto perché «estende esplicitamente il divieto di finanziamento ai produttori di questi ordigni, e in secondo luogo perché istituisce meccanismi di controllo e verifica, dettando scadenze di attuazione e stabilendo sanzioni in caso di inosservanza», ha dichiarato Rossella Miccio, presidente di Emergency, associazione fondata da Gino Strada proprio per combattere le mine antiuomo.

«Sono passati oltre vent’anni da quando Gino Strada ha parlato degli effetti di questi “pappagalli verdi” sui bambini in Afghanistan, e ancora vediamo le conseguenze dei conflitti tutti i giorni nei nostri ospedali. 12 Paesi non hanno ancora ripudiato la futura fabbricazione di mine, mentre 16 Paesi producono bombe a grappolo. Disincentivare i finanziamenti per la loro produzione è pertanto cruciale, e questa legge segna dunque un passo avanti per dare effettiva attuazione all’articolo 11 della Costituzione italiana, consci però che la strada da percorrere è ancora molta», ha concluso Miccio.

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