Dieci per dieci

Nel volume del vaticanista Fabio Marchese Ragona le esperienze pastorali di una decina di porporati si intrecciano con la spiegazione dei comandamenti. Il quinto, non uccidere, è affidato alla riflessione del cardinale Matteo Maria Zuppi.

«I comandamenti ci sono, ma non ci giustificano. Quello che ci giustifica è Gesù Cristo. I comandamenti si devono osservare, ma non ci danno la giustizia; c’è la gratuità di Gesù Cristo, l’incontro con lui che ci giustifica gratuitamente. Il merito della fede è ricevere Gesù. L’unico merito: aprire il cuore. E che cosa facciamo con i comandamenti? Dobbiamo osservarli, ma come aiuto all’incontro con Cristo». Le parole di papa Francesco spiegano bene il senso di un testo appena pubblicato. Si intitola Dieci comandamenti per dieci cardinali (edizioni Ares) ed è curato dal vaticanista di Mediaset, Fabio Marchese Ragona, che è in libreria anche con il libro-intervista a Bergoglio Oltre la tempesta (Rizzoli). 
«Spesso», scrive il giornalista, «capita che anche la gente che è abbastanza assidua nella frequenza della vita pastorale e liturgica della propria parrocchia non conosca le verità della fede che dice di professare. Lo si sperimenta quando vengono effettuati dei sondaggi oppure nei quiz televisivi su domande anche molto elementari che riguardano il catechismo». Da qui l’idea di affidare il commento dei dieci comandamenti ad altrettanti cardinali con provenienza geografica ed esperienze pastorali diverse. 
«Un testo», spiega l’autore, «che può essere utile sia per la meditazione personale, sia come base per l’esame di coscienza in preparazione al sacramento della confessione».

Il resto sulla rivista.

di Francesco Antonio Grana

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